X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

Ancora un caso di lavoro sommerso e sfruttamento di cittadini extracomunitari entra nelle cronache calabresi. Questa volta siamo a San Sosti nel Cosentino, non a Rosarno, e le proprozioni sembrerebbero diverse, ma il fenomeno è sempre lo stesso. Alcuni giorni fa i Carabinieri della Stazione di San Sosti hanno fermato un cittadino indiano per un controllo in contrada Cerreto. L’uomo è senza documenti e viene accompagnato per l’identificazione presso il Comando di San Marco Argentano, dove viene sottoposto a rilievi dattiloscopici per verificare se abbia precedenti penali o pendenze penali. L’indiano è incensurato ma viene denunciato per soggiorno illegale nel territorio dello Stato e mancata esibizione di documenti. E da qui scattano indagini supplettive per capire i motivi che hanno portato l’uomo a San Sosti. I Carabinieri risalgono ad una piccola azienda agricola in località Cerreto di proprietà di A.S., imprenditore agricolo 40enne del luogo. Il proprietario viene trovato in possesso del passaporto del cittadino indiano dal quale i militari risalgono alla data di ingresso in Italia, l’uomo è bnel nostro paese da più di due anni. Il coinvolgimento del proprietario è evidente e le prove raccolte raccontano una verità di cui sono piene le cronache di questi giorni: un cittadino straniero impiegato nei lavori dei campi per 20 euro e un alloggio in una stanza, adibita sia a camera da letto che cucina. Per A.S. è quindi scattata la denuncia per favoreggiamento della permanenza clandestina di straniero nel territorio dello Stato ed occupazione di lavoratori extracomunitari alle dipendenza privi di permesso di soggiorno. Resta da verificare se l’imprenditore agricolo, che aveva il passaporto del cittadino indiano, ne avesse solo la temporanea disponibilità o glielo avesse sottratto per costringerlo a non allontanarsi ed a sottostare alle sue direttive.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE