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PENSACOLA (FLORIDA) – Per bloccare la marea nera nel Golfo del Messico, la Bp tenta la carta della ‘cupolà: trasportata da una chiatta, la gigantesca struttura in cemento e acciaio è stata portata oggi fino all’altezza del pozzo petrolifero danneggiato dall’affondamento della piattaforma Deepwater Horizon. Una volta in posizione sul ‘ground zerò della perdita, a circa 80 km dalla costa, la struttura sarà calata negli abissi del Golfo per contenere la perdita di greggio, operazione mai tentata prima a simili profondità, ovvero a oltre 1.500 metri sotto la superficie. «Provano tutto il possibile. Se non funziona tenteranno qualcos’altro», ha detto il capitano della chiatta Demi Shaffer. La complicata manovra, piena di incognite, è stata oggi al centro dell’attenzione negli stati Usa, dalla Louisiana alla Florida, che seguono passo a passo i diversi fronti – in primo luogo quello ecologico – sulla minaccia ‘oil’ per le proprie coste. «Confidiamo che sia un successo, perchè ci darebbe più fiducia. Ma sapremo i risultati solo nel fine settimana», ha precisato il ministro alla sicurezza interna, Janet Napolitano, da oggi in visita nei luoghi ‘nel mirinò della marea inquinante, incontrando autorità, popolazione e stampa, prima a Biloxi, in Missisipi, quindi a Pensacola, in Florida. La Napolitano ha aggiunto che oltre 34 miglia di galleggianti sono stati dispiegati sulla superficie del mare al largo dalle coste del Missisipi: ma in totale, ha precisato, le boe anti-greggio si trovano già disposte lungo 100 miglia delle coste del Golfo del Messico. E stanno lavorando alla missione contro il petrolio circa 10 mila persone e 270 imbarcazioni di diverso tipo. Gli Usa stanno però combattendo la lotta contro il greggio non solo a livello industriale, come il mega-imbuto della Bp, ma tramite altri mille mezzi, dimostrando tra l’altro grande fantasia e inventiva. In queste ultime ore, un gruppo ambientalista californiano ha raccolto 200 mila chili di capelli umani e peli animali (donati da parrucchieri per esseri umani e per cani) che verranno utilizzati per realizzare barriere galleggianti di contenimento ‘naturalì. Ad annunciare di voler impegnarsi in prima linea sul dossier ‘mareà, in particolare contro la Bp, è stata d’altra parte Erin Brockovich. L’ambientalista Usa – interpretata da Julia Roberts nel noto film di Steven Soderbergh – sarà nei prossimi giorni negli stati colpiti dall’emergenza. La Brockovich oggi in un’intervista si è posta alcune delle domande che si pongono milioni di americani: «Chi aiuterà i pescatori, i proprietari di terreni danneggiati e le famiglie preoccupate per l’impatto che il greggio avrà sul cibo e sulla salute?». Intanto, la marea nera ‘presentà il conto: il gigante elvetico delle riassicurazioni Swiss Re stima infatti che i costi causati dalla fuoriuscita di petrolio potranno raggiungere la cifra di 2,7 miliardi di euro. Sempre sul fronte economico, almeno 13 paesi, la maggior parte dei quali europei, hanno proposto di aiutare Washington a combattere la marea nera.

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