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di ANTONELLA CIERVO
NON si può parlare di emergenza sicurezza, ma di certo le sedi istituzionali, da oggi, della città necessitano di un sistema che garantisca i dipendenti e i cittadini.
Salvatore Adduce ha confermato gli impegni che aveva in agenda ieri. L’aggressione di cui è stato vittima, in mattinata, davanti ad un bar di via Don Minzoni, a pochi passi dal palazzo edl Comune, non ha modificato le sue abitudini, ma lo ha messo di fronte ad un impegno che non aveva previsto: quello di garantire la sicurezza degli impiegati del Comune e dei cittadini.
Nel suo racconto la ricostruzione dei fatti: «Mi stavo avviando al bar, dopo aver portato i saluti al convegno che era in corso alla Camera di Commercio. Pellegrino mi ha avvicinato per chiedermi di trovargli un lavoro. Per evitare che la discussione coinvolgesse le persone che si trovavano all’interno del locale, sono uscito con lui e gli ho raccomandato di mantenere la calma e di evitare episodi come quello del giorno prima in cui aveva terrorizzato l’assessore Silvia Vignola all’ingresso del Comune e aveva provocato fastidi agli occhi di un bambino con la schiuma di un’estintore che aveva cosparso per terra, in segno di protesta».
Il sindaco prosegue: «Subito dopo aver confermato la mia disponibilità per un incontro nei giorni a venire, mi sono girato, convinto che il colloquio fosse terminato; invece Pellegrino mi ha dato un calcio alla schiena ed è scappato.
Per quanto mi riguarda non ho sporto denuncia, ma sto già mettendo a punto con il comandante della Polizia municipale un sistema che garantisca maggiore controllo per l’accesso al palazzo comunale che non può rimanere in balìa di chiunque decida di entrare e mettere in atto propositi di qualsiasi genere».
L’aggressore di Adduce è Giovanni Carlos Pellegrini, 33 anni, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine.
L’uomo è stato raggiunto dagli agenti della Polizia in piazza Vittorio Veneto e dagli uomini , a pochi metri dal bar in via Don Minzoni nel quale aveva affrontato e aggredito il sindaco. A Pellegrini è stato contestato il reato di violenza, resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. Nella colluttazione avvenuta in piazza, infatti, l’uomo ha reagito colpendo uno deigli uomini dell’Ufficio Prevenzione generale che cercavano di fermarlo. Gli accertamenti svolti dalla Digos della locale Questura in collaborazione con il Norm dei Carabinieri hanno consentito di ricostruire con precisione ciò che era avvenuto pochi minuti prima e di bloccare Pellegrini.
Solo poche ore, nella tarda mattinata di martedì, l’uomo era entrato nell’androne di ingresso del palazzo comunale e si era impossessato di un stintore che aveva svuotato del suo contenuto, seminando il panico fra i cittadini presenti in quel momento all’interno della sede del Comune.
Il presidente della Provincia, Franco Stella, presente al momento dell’aggressione in via Don Minzoni, ha sottolineato la necessità di giungere ad un clima sereno all’interno della comunità dove le sacche di malessere non devono condurre a comportamenti sopra le righe.
«Sono avvisaglie di un malessere diffuso e di una situazione difficile. Tutte le istituzioni devono essere coinvolte – spiega – per alleviare le difficoltà oggettive che esistono nella nostra società e che non si possono sottovalutare dal momento che la povertà, come status sociale ed economico, avanza velocemente».
Solidarietà al primo cittadino della città dei Sassi, è giunta dal suo omologo potentino. «Si tratta – ha detto Vito Santarsiero- di un atto che offende non solo la persona del Sindaco di Matera ma l’intera comunità lucana che deve sempre condannare e contrastare con forza ogni atto di violenza e di prevaricazione.
Santarsiero nell’augurare al collega Adduce di poter continuare a lavorare in piena serenità rinnova a lui sentimenti di vicinanza nella convinzione che il Sindaco di Matera riuscirà a portare avanti azioni innovative per lo sviluppo del suo territorio».

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