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di PARIDE LEPORACE
DOMANI sono due mesi che conviviamo con il ritrovamento del corpo di Elisa Claps. Da quel giorno nulla è stato come prima per la città di Potenza. L’incredibile scoperta del cadavere nel sottotetto della chiesa della Trinità ha modificato le mappe di un giallo che, fino a quella mattina, in assenza del corpo del reato, ha prestato il fianco ad ipotesi di ogni tipo. Alcune sono definitivamente tramontate.
Il nostro cronista Fabio Amendolara ha ben sintetizzato in un’intervista all’Opinione i due nodi che hanno sconvolto ulteriormente la quotidianità di Potenza: “E’ purtroppo un caso che, su tutti i punti, continua a dividere la città. E per tutte le ipotesi non c’è verità assoluta”. Fino al 17 marzo 2010 il caso Claps non era mai stato così collettivo tra i potentini. C’era stata l’adesione emozionale iniziale del 1993. Nel corso del tempo è iniziata una rimozione legata al mistero irrisolto. Solo la famiglia non ha mollato mai. Intanto nasceva dal basso il movimentismo di memoria che con il passare del tempo ha aumentato le letture politiche che si saldavano in alcune componenti alle crociate giudiziarie che imperavano in Basilicata. Molte letture si sono sciolte come corrose dall’acido con l’apparire del martoriato cadavere. Il pentito Cappiello è diventato un ex collaboratore per aver dichiarato il falso.
Non ci sono state grandi autocritiche. Ieri è giunta quella del questore Panico. Che rispetto alle prime indagini ha parlato di “innocente depistaggio”. Un’ossimoro che non spiega nulla. O c’è stato uno sbaglio innocente oppure un depistaggio. Restano ancora molte zone d’ombra.
Il delitto Claps con l’inatteso ritrovamento nella Chiesa della Trinità dopo 17 anni è diventato un caso internazionale. L’agenzia Ansa oltre a Potenza segue la vicenda da Salerno dove si trova la procura titolata ad indagare, da Bari dove è stata eseguita l’autopsia, dall’Inghilterra dove vive Danilo Restivo, l’unico sospettato dell’omicidio Claps. Vive a Bornemouth città natale dello scrittore fantasy Tolkien, e attorno a casa sua non ci sono elfi e cavalieri, ma poliziotti e giornalisti tenuti lontano da una moglie badante. Il giovane che vide Elisa, condannato per falsa testimonianza è sospettato di aver ucciso una sarta inglese vicina di casa ma il molto garantista codice britannico, nonostante alcuni gravi indizi non lo ha ritenuto colpevole. La vicenda Claps-Restivo diventa globale e attorno al potentino si sono addossate sparizioni e uccisioni di altre donne avvenute ad Aosta, Cesena e di nuovo a Bornemouth dove un condannato definitivo si proclama innocente per l’omicidio di una donna coreana. In questi due mesi nessuno è riuscito a far parlare i genitori di Danilo Restivo che sembrano scomparsi nel nulla. Un materiale così incandescente ha attirato l’interesse dei grandi media che hanno dedicato ampio spazio alla vicenda. Potenza ha ricevuto un’attenzione mediatica enorme da grandi giornali e trasmissioni televisive dove a volte hanno trovato tribuna retori del sospetto politico e del revanscismo giustizialista. La trasmissione “Chi l’ha visto”, che da sempre si occupa del caso, da due mesi è diventata quasi monotematica. Nell’arco di questo tempo siamo stati costretti alla polemica con la conduttrice del programma per alcuni attacchi virulenti ai contenuti della nostra informazione. Abbiamo opposto la forza stringente della ragione e dei fatti difendendo la nostra autonomia professionale e soprattutto la dignità intellettuale di Andrea Di Consoli oggetto di un’aggressione molto simile a quella che è costata ad un conduttore di Mediaset un provvedimento disciplinare. Il tema chiave è stata la presunta omertà di Potenza, un’omertà collettiva che a parer nostro non c’è stata. Un argomento che è stato rilanciato dal sindaco della città, Vito Santarsiero, e che grazie ad un nostro sostegno giornalistico ha espresso questo punto di vista per la prima volta nel programma della Sciarelli. All’appello mediatico si è sottratto Bruno Vespa che ha evitato di far costruire il plastico della Santissima Trinità a “Porta a Porta” per evitare ulteriori esposizioni negative al mondo della Chiesa. Potenza città molto cattolica ha subito lo shock del ritrovamento del cadavere in un edificio di culto che è sempre stato un centro vitale della spiritualità e del popolo di Dio locale. Nella chiesa frequentata da Elisa Claps e Danilo Restivo si sono addensati sospetti sulla figura del parroco defunto. A pochi giorni dal ritrovamento la notizia che il corpo era stato scoperto molto tempo prima dai nuovi parroci stranieri che avrebbero informato il vescovo Superbo è stata una nuova mazzata sulla città. Alle ire della famiglia si è aggiunto lo sconcerto di laici e cattolici su altre ombre che, seppur non utili alla risoluzione dell’omicidio, hanno turbato tutti i cittadini. Siamo stati tutti coinvolti. E se Emilio Colombo ha rifiutato di festeggiare il suo compleanno per non turbare, c’è ancora oggi chi si chiede se la sfilata dei Turchi quest’anno sia giusto che si svolga, per non parlare della sorte della Chiesa che continua a dividere l’opinione dei potentini.
Le nuove indagini sono molto rigorose. Le notizie giustamente riservate. Qualcuno cerca di inventare titoli sensazionali, ma ognuno risponde della propria parrocchia. L’unico rammarico è per il prolungamento della secretazione degli atti che tiene la famiglia in ansia e impedisce quel funerale che si attende di celebrare da tempo. Sono trascorsi circa sessanta giorni dal ritrovamento di Elisa. E’ nato un giardino attorno alla Chiesa. Ci sono state grandi manifestazioni e riti religiosi dagli intenti riparatori. I potentini hanno un po’ modificato il loro carattere chiuso e riservato in questi due mesi che hanno sconvolto Potenza. Noi, come tutti, vorremmo conoscere una verità che tarda ad arrivare.

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