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Si è incatenato al cancello del Tribunale di Catanzaro per chiedere di riavere la sua abitazione che gli è stata tolta dopo che, quattro anni fa, ha denunciato una truffa per l’acquisto dell’abitazione. Il protagonista della vicenda è Mohamed Arbi, di 56 anni, di Gizzeria, marocchino con cittadinanza italiana. L’uomo nel 2002 ha acquistato a Gizzeria Lido un’abitazione in costruzione ma contestualmente, prima della stesura dell’atto notarile, il proprietario l’ha venduta anche ad altre persone.
Arbi ha scoperto la truffa e l’ha denunciata ai giudici di Lamezia Terme i quali nei mesi scorsi hanno nominato un custode giudiziale il quale ha disposto che l’uomo lasciasse l’abitazione.
«Sono quattro anni – ha detto Arbi – che chiedo giustizia ma nessuno interviene. Ho denunciato una truffa ma poi ho perso la mia casa ed ora con mia moglie e mia figlia viviamo da alcuni parenti. Ho fatto diverse istanze ai giudici ed alla Guardia di Finanza ma nessuno interviene per risolvere il mio problema». Sulla vicenda di Mohamed Arbi è in corso una indagine giudiziaria perchè gli altri acquirenti dell’abitazione hanno pagato l’immobile con degli assegni che riportavano delle firme false.
«Nonostante è stato accertato – ha proseguito Arbi – che tutti gli altri acquirenti hanno pagato l’immobile con degli assegni con firme false non si è ancora giunti ad una definizione della vicenda processuale anzi è stato nominato un custode giudiziale, l’immobile è stato posto sotto sequestro ed io sono stato sbattuto fuori».
Arbi ha concluso la sua protesta dinanzi al Tribunale di Catanzaro dopo l’arrivo delle forze dell’ordine che lo hanno invitato a liberarsi dalle catene. «L’assurdità sta nel fatto – ha concluso – che ora il giudice per le esecuzioni di Lamezia ha disposto che la mia casa venga messa all’asta. Io chiedo che venga fatta giustizia e che mi venga ridata la mia abitazione che ho acquistato onestamente».

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