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Le cause della morte e le modalità dell’intervento chirurgico di Federica Monteleone, la sedicenne morta a Vibo Valentia dopo una appendicectomia, sono state illustrate da tre consulenti di parte sentiti nel processo per la morte della ragazza. I tre consulenti sentiti nel processo sono Francesco Vimercati e Francesco Bruno nominati dalla difesa di Antonino Stuppia, titolare dell’impresa che eseguì l’impianto elettrico nella sala operatoria in cui fu eseguito l’intervento il 19 gennaio 2007 e Alessio Asmundo nominato dalla difesa di Pietro Schirripa, direttore sanitario dell’ospedale «Jazzolino» di Vibo Valentia.
Bruno, docente all’Università di Bari, ha contestato le modalità di esecuzione dell’anestesia su Federica. A suo avviso alla ragazza non è mai stato somministrato un analgesico e comunque nessuno dei farmaci anestetici è stato somministrato in dosaggio tale da avere effetti analgesici. In sostanza dall’inizio dell’intervento chirurgico fino al black out la ragazza era solo curatizzata ma non riceveva nè gas nè ossigeno. Alessio Asmundi, docente di medicina legale all’Università di Messina, ha riferito di non aver riscontrato alcun trauma da elettrocuzione e che non vi sono dati a supporto di questa tesi e nessun elemento che indichi che c’è stato passaggio di corrente attraverso il corpo di Federica. Il processo proseguirà il 27 maggio prossimo quando saranno sentiti altri consulenti.

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