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di PAOLO OROFINO
AL centro dell’inchiesta sui parchi eolici troviamo le cosiddette “linee guida” su cui è stato fondato il piano regionale approvato agli inizi del 2006, contenente le regole da seguire per la realizzazione delle centrali per lo sfruttamento della forza del vento. I pm si sono concentrati molto sull’argomento, acquisendo testimonianze, normative in materia e indizi, derivanti anche dall’ascolto di conversazioni intercettate. Queste “linee guida” secondo l’accusa, rispetto ad una originaria e corretta stesura, sarebbero state modificate ad hoc per consentire la costruzione di alcuni parchi eolici, che diversamente non sarebbero potuti sorgere sul territorio calabrese. Le variazioni le avrebbero dettate direttamente alcuni imprenditori, preoccupati dalla presenza di alcuni vincoli ambientali, che se approvati avrebbero scombussolato i programmi e il milionario investimento della loro multinazionale. Per il ritocco “su misura” del piano eolico, sostengono gli investigatori sarebbe stata pagata una tangente di due milioni e quattrocentomila euro. E così, per esempio, dalla “linee guida” è sparito il divieto che impediva la costruzioni delle torri eoliche nelle aree Zps (zone a protezione speciale). La bozza del piano eolico presentata da una equipe di esperti conteneva tale vincolo, di cui non vi è traccia nella delibera definitiva contenente le linee guida definitive, atto approvato il 30 gennaio del 2006. Successivamente, un provvedimento ministeriale, ha obbligato la Regione a reinserire il vincolo Zps, oggi in vigore come in ogni parte d’Italia. Le suddette modifiche ad hoc rappresentano un tassello fondamentale, se non quello più importante, del mosaico accusatorio assemblato dalla procura della Repubblica di Paola, che ha aperto l’inchiesta, ora suddivisa in due filoni, uno, quello principale, trasmesso alla procura di Catanzaro, l’altro a quella di Cosenza. Una circostanza “che può, a ragione, essere considerata la madre di tutte le vicende al risvolto delittuoso oggetto dell’indagine”. Il testimone chiave del procedimento giudiziario ha raccontato che le modifiche al piano eolico sono state apportate su richiesta di un’azienda interessata a realizzare un parco eolico a Isola Capo Rizzuto. Per apportarle si sarebbe attivato Giancarlo D’Agni, sfruttando la sua amicizia con Nicola Adamo, all’epoca assessore regionale alle Attività produttive. “Quando ho letto la delibera – dichiara a verbale il dirigente regionale alle Politiche ambientali, Giuseppe Graziano – rimasi sorpreso che non erano state vietate, per la predisposizione di parchi eolici, le zone Zps, mentre lo erano nella bozza predisposta dai collaboratori citati, per come dagli stessi riferitomi. L’interesse per cui è intervenuta questa modifica della bozza, o della delibera – ha aggiunto – pare dipendesse da una volontà politica per come riferitomi da questi ragazzi”. Su chi abbia dato l’imput politico i pm non hanno dubbi, anche sulla base di alcune intercettazioni telefoniche. Nel maxifascicolo è riportato un dialogo del 26 ottobre 2007, fra Nicola Adamo e Diego Tommasi. “Dalla conversazione – è agli atti – successivamente alla parte in cui, con un malcelato siparietto, i due cercano di scaricarsi la paternità delle responsabilità giudiziarie a loro addebitate.si evince chiaramente che le note “linee guida” sono state formulate dagli on. Tommasi ed Adamo, rispettivamente, all’epoca dei fatti, assessore regionale all’Ambiente ed assessore all’Energia”.

L’INTERCETTAZIONE
DIEGO: pronto?
NICOLA: caro coindagato!
DIEGO: l’hai capita compà! Mi hanno annunciato un’informazione di garanzia.
NICOLA: che cazzo conti?
DIEGO: e sul Quotidiano.
NICOLA: ma guarda che sono sicuro come la morte, infatti, sto chiamando a Sammarco.
(omissis)
NICOLA: è una vergogna, ma questo lo sai chi è? È tutto. questi mestatori alla Gentile. che ti dico i nomi, alla Morrone. hai capito?
DIEGO: uh – uh! E si.
NICOLA: hai capito!
DIEGO: no. che io posso fare una cosa però, a questo giovanotto che ha scritto lo posso querelare, perché la competenza dell’eolico non è dell’assessorato all’ambiente.
NICOLA: e di chi è? E di chi è?
DIEGO: è dell’assessorato all’energia, io non ce l’ho l’energia, hai capito? il nostro. il nostro è un parere tecnico, che io non so che cosa fanno.
NICOLA: eh.
DIEGO: cioè la valutazione di impatto ambientale no.
NICOLA: eh! e l’assessorato all’energia pure che deve fare scusa?
DIEGO: no. fa la conferenza dei servizi.
NICOLA: eh! appunto!
DIEGO: fa la conferenza dei servizi! Ti sto dicendo. però io non è che dico che è di altri, non è il mio.
NICOLA: la cosa che bisogna seguire qual è? La conferenza dei servizi. c’è stata la conferenza, io avrei imposto.
DIEGO: e ma io non partecipo!
NICOLA: avrei imposto. solo questo avrei imposto a coso, quando c’ero io no! che si seguisse l’ordine cronologico a secondo dell’arrivo delle domande, chi arriva prima. hai capito? no?
DIEGO: Nicò.
NICOLA: .e poi il rispetto della legge nella (incomprensibile)
DIEGO: peggio! Noi abbiamo fatto una cosa, no?
NICOLA: uh!
DIEGO: abbiamo. l’unica cosa politica che è stata fatta su questa partita. è stata fatta una delibera congiunta.
NICOLA: eh.
DIEGO: .fra i due assessorati per stabilire delle linee guida.
NICOLA: che non c’erano.
DIEGO: non c’erano. abbiamo fatto una delibera noi.
(omissis)
NICOLA: abbiamo fatto una cosa buona!
DIEGO: eh?
NICOLA: abbiamo fatto una cosa buona!
DIEGO: è la prima Regione d’Italia che ha fatto una cosa del genere.
NICOLA: eh!
DIEGO: possono essere discutibili. potevano essere più restrittive o più allargate. cose.
NICOLA: certo! Non c’erano proprio! Non c’erano proprio.
DIEGO: no, ed è la prima Regione d’Italia che fa questa cosa.
NICOLA: eh.
DIEGO: quindi l’unico atto che politicamente è stato fatto è questo, il resto è tutta gestione tecnica, tecnica, dovuta tra l’altro!
NICOLA: si.
DIEGO: si può bocciare. si può approvare. ma questi sono cazzi. sono cazzi delle commissioni che sono tecniche e non politiche.
NICOLA: che pare che scarichi responsabilità, non è questo il problema.

IL RUOLO DI LOIERO
E mentre Adamo avrebbe “favorito” le multinazionali in contatto con il fidato D’Agni, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’assessore Tommasi, in questa trama, si sarebbe ritagliato uno spazio intrattenendo rapporti con Renato D’Andria (altro indagato chiave dell’inchiesta) noto faccendiere partenopeo, che ad un certo punto ha rivolto l’attenzione ai parchi eolici calabresi. E Loiero? Il presidente della giunta regionale non sarebbe rimasto fuori da questa logica. L’uomo “eolico” del governatore sarebbe stato l’ingegnere Antonio Speziali, imprenditore nel giro dell’energia rinnovabile. Ecco cosa ha raccontato il superteste dell’inchiesta, ritenuto attendibile dai pm che lo hanno ascoltato: “Il mio 40% (quote della società Cefr, nata da poco, che poi avrebbe ceduto parchi eolici da realizzare alla Energy, Srl) per bocca di Speziale era del presidente della regione, Agazio LOIERO.. me lo ha detto.il giorno prima che si doveva stipulare il contratto…Io da parte di Speziali ho avuto una conferma. Giancarlo D’Agni.mi disse. caro (omissis) i parchi sono passati in quanto l’ho voluto io, che sono Nicola. non ti dimenticare che. per fare le modifiche al piano Eolico, si è dovuto raggiungere un accordo, tra Nicola e il presidnete. siamo stati fino alle 3 di mattina.a fare le modifiche al piano eolico. sono state fatte per filo e per segno. come sono state suggerite da Roma .quindi noi dobbiamo pagare un prezzo.Loiero, Adamo. li hanno raggiunto un accordo (si riferisce alla presunta intesa sul piano eolico deliberato a gennaio del 2006, ndc) che loro prendevano il 40% a testa. dei famosi impianti che (omissis) aveva sviluppato.me lo ha detto prima D’Agni e poi me lo ha confermato Speziale”. A supporto di tali dichiarazioni ci sarebbero pure dialoghi intercettati “inerenti l’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio del Parco eolico denominato Mucone, di Spezzano della Sila”. Conversazioni che “risultano più che sufficienti nell’inquadrare la fattispecie delittuosa, di natura estorsiva, che ha visto vittima (omissis), unitamente ai soci fondatori della (omissis), nell’estromissione dei noti quattro Parchi eolici (Spezzano della Sila; Nocara; San Fili; Terravecchia) in favore della Società Cefr degli indagati Giancarlo D’Agni e Mario Lo Po, per conto dell’on. Nicola Adamo, con la successiva cessione degli stessi Impianti eolici da realizzare alla Energy Srl del noto imprenditore Antonio Speziali”.

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