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di PIERO QUARTOMATERA – “AL PEGGIO non c’è mai fine”. Si potrebbe sintetizzare così la seconda puntata del Consiglio comunale della nuova legislatura in cui la maggioranza ha dovuto ammettere la propria resa politica per la scelta del presidente del Consiglio.
In mancanza di un accordo si è preferito soprassedere e rinviare il punto all’ordine del giorno scatenando le ire dell’opposizione che ha parlato, tanto Tosto quanto il Pdl, di “violazione dello Statuto e scelte illeggittime”.
Ma la decisione non è stata indolore nemmeno all’interno della stessa maggioranza con l’Italia dei Valori che non si è presentata in aula e con il commissario provinciale Rosa Mastrosimone che si è limitata a commentare: «siamo in una posizione di silenziosa e paziente attesa, ma non troppo. Certo per noi c’è un punto fermo ed è la presidenza del Consiglio alla Massenzio».
Il Pd evidentemente non la pensa allo stesso modo perchè altrimenti ieri l’assemblea avrebbe avuto una guida.
Invece la maggioranza è sembrata ancora più in difficoltà, con gli attacchi dell’opposizione (Acito in particolare non ha risparmiato nulla) e le difese improvvisate che non hanno portato grande giovamento.
Acito ha ribadito più volte: «c’è l’articolo 17, terzo comma dello Statuto che indica i compiti del consigliere anziano cioè la convalida degli eletti, il giuramento del sindaco, le eventuali surroghe e poi l’elezione del presidente e dei vice presidenti. Oltre non si va».
A nulla sono valsi i tentativi del sindaco Adduce che ha spiegato: «la situazione va interpretata anche perchè sono molti i Comuni italiani in cui ci vogliono mesi, anni per eleggere il presidente del Consiglio, però nel frattempo non si può stare fermi».
Nè del segretario generale che ha affermato: «non ci sono previste sanzioni o divieti ad una scelta dell’organo sovrano che è il Consiglio».
La votazione ha dato l’esito scontato con 22 favorevoli (la maggioranza senza l’Idv) 15 contrari (tutta l’opposizione).
I consiglieri però di civiche e Pdl hanno abbandonato l’aula manifestando così la loro protesta e poi scrivendo in una nota congiunta: «i gruppi di minoranza denunciano la grave e intollerabile illeggittimità che si è verificata in Consiglio comunale. Stracciando l’inequivoco contenuto dello Statuto attraverso un’interpretazione abnorme e contra legem dell’articolo 17, terzo comma.
La maggioranza ha deciso di non decidere, una scelta obiettivamente irresponsabile ed eticamente riprovevole» scrivono le opposizioni.
Di diverso tenore la nota della maggioranza di centrosinistra e dei consiglieri presenti in aula: «L’odierno abbandono dell’aula consiliare da parte dell’opposizione, con la risibile argomentazione di un’interpretazione cavillosa dello Statuto comunale e del regolamento consiliare, evitando così di discutere nel merito le linee programmatiche del governo cittadino annunciate dal sindaco Adduce, danno il segno della qualità della minoranza e della sua scarsa voglia di discutere i tanti problemi della città». «La maggioranza di centrosinistra, non nascondendo le difficoltà di natura politica per la scelta e l’elezione del presidente del Consiglio comunale, e considerando, tra l’altro, che la stessa elezione è un atto di esclusiva competenza consiliare, ha responsabilmente deciso di soprassedere temporaneamente sul punto superando così tale problema al fine di assicurare alla città la stabilità del governo attraverso il completamento degli altri adempimenti statutari e per permettere al Consiglio comunale di cominciare a collaborare con la Giunta ed il sindaco».

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