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La provincia di Vibo Valentia è composta da 50 comuni e da oltre 170 mila residenti. La Provincia è stata istituita nel 1992 ma solamente tre anni dopo viene eletta la prima consiliatura. Il consiglio provinciale è composto da 25 consiglieri. I dipendenti dell’ente sono circa cinquecento. L’economia è incentrata principalmente sul turismo e sull’agricoltura. Non è univoca la preferenza di accorpamento ad altra provincia in caso di soppressione. I residenti nella zona nord del vibonese preferirebbero essere accorpati con Catanzaro mentre coloro che sono nell’area a sud optano per Reggio Calabria. Il Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, ritiene che «una tematica di questo tipo non dovrebbe essere affrontata nell’ambito di una manovra economica focalizzata sui tagli alla spesa pubblica posti in essere per fronteggiare la crisi economica. Innanzitutto, per la sua valenza costituzionale che merita un confronto parlamentare ampio e ponderato, ma anche per la sua sostanziale inutilità rispetto agli obiettivi di riduzione della spesa». «Abolire le Province sotto i 220mila abitanti – aggiunge – può determinare un risparmio di qualche decina di milioni di euro all’anno, praticamente un’inezia rispetto alle attuali esigenze di cassa. Di contro, cancellare le Province significa sopprimere anche le questure, le prefetture, gli uffici scolastici provinciali, le aziende sanitarie, i comandi provinciali delle forze dell’ordine e quant’altro. Questo segnerebbe un arretramento dello Stato in territori, come quello vibonese, che non possono prescindere da una sua presenza concreta e operativa». «Insomma, credo che intorno all’ipotesi – conclude De Nisi – di abolire le Province più piccole ci sia molta disinformazione, alimentata dalla valenza demagogica di un provvedimento che assicurerebbe soltanto un ritorno d’immagine a chi governa il Paese, senza reali benefici per i cittadini. Che questo provvedimento sia profondamente ingiusto lo dimostra anche il fatto che il Governo intende escludere dal taglio delle Province quelle che confinano con nazioni estere, evidentemente perchè tutte al Nord, dove la Lega – contraria all’abolizione – impone il suo diktat. Come faranno a spiegare questa ennesima sperequazione che marginalizza il Mezzogiorno?».

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