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dall’inviato FABIO AMENDOLARA
Una ciocca di capelli tagliata di netto, un approccio sessuale respinto e 13 coltellate al torace. E’ morta così Elisa Claps, a soli 16 anni, 17 anni fa. Un pool di magistrati e una squadra investigativa che conta quasi cento uomini ritiene di aver risolto il giallo. «La prova logica», come anticipato ieri da Quotidiano e come ha spiegato durante la conferenza stampa il procuratore generale Lucio Di Pietro, ha incastrato Danilo Restivo, 38 anni, detenuto in Inghilterra per il delitto della sua dirimpettaia Heather Barnett. Ora è accusato anche dell’omicidio di Elisa Claps.
«Gravi indizi precisi e concordanti», dice Di Pietro a voce bassa. I cronisti, una cinquantina, arrivati a Salerno da tutt’Italia, incalzano l’anziano magistrato. Lui legge il comunicato che ha preparato su carta intestata della procura generale, mentre Rosa Volpe, pubblico ministero che gestisce il fascicolo da undici anni, annuisce ad ogni pausa. Al suo fianco c’è anche Luigi D’Alessio, pm della procura antimafia.

L’OMICIDIO
Dice Di Pietro: «Domenica 12 settembre 1993, ore 11, Elisa esce di casa con Eliana De Cillis, una sua amica». Sembra l’incipit di un racconto noir. Ma è una storia vera. Una storia che ha sconvolto Potenza. Questa parte del racconto ormai i giornalisti la conoscono. L’hanno scritta e riscritta migliaia di volte dal giorno della scomparsa di Elisa. Sentirla da un magistrato però fa un effetto diverso. A tratti sembra una requisitoria. «Elisa aderì a una richiesta d’incontro che le fece Restivo la sera precedente». E ancora: «I due giovani dovevano incontrarsi davanti alla chiesa della Trinità». E’ quello il luogo del delitto. La chiesa. L’orario, invece, lo chiarisce la perizia del professor Francesco Introna: tra le 11.30 e le 13.10.
Quell’orario coincide «in modo sinistro», scrissero all’indomani della scomparsa gli investigatori, con l’orario della scomparsa di Elisa. Ora, invece, il procuratore generale può dire che è l’orario del delitto. Spiega: «Dall’esame autoptico è emerso che Elisa è stata uccisa proprio la mattina del 12 settembre, esattamente negli stessi luoghi in cui aveva incontrato Restivo».
L’anatomopatologo, nella sua perizia, chiarisce anche che il corpo è rimasto lì dal giorno dell’omicidio. Lo dimostrano i segni che la decomposizione ha lasciato sul pavimento.

L’ACCUSA
«Restivo Danilo, indagato per il delitto di omicidio volontario aggravato, perché dopo aver dato appuntamento alla giovane Claps nella chiesa della Trinità di Potenza e dopo averla incontrata, con un pretesto la induceva a seguirlo nei locali pertinenziali della chiesa, sino al sottotetto, dove, dopo aver tentato un approccio sessuale con la giovane, venendo rifiutato, infieriva sulla stessa colpendola ripetutamente almeno 13 volte, anche con un arma da punta e da taglio con cui l’attingeva al torace sino a cagionarne la morte, dopo di che la trascinava in un angolo del sottotetto e qui, coprendola di materiale vario, tra cui delle tegole ivi riposte e materiale di risulta, occultava il cadavere». E’ questo il capo d’imputazione.
L’aggravante: «Aver commesso il fatto per motivi abbietti e aver agito con crudeltà nei confronti della vittima».

NUOVE INDAGINI
L’ha uccisa e l’ha lasciata lì. Per 17 anni. Sostiene questo la procura che, ora, però, sta cercando di scoprire se Danilo è stato aiutato da qualcuno. «Il ritrovamento è casuale», dice il procuratore generale. Sono state le donne delle pulizie? Oppure il parroco? Di Pietro questo non lo dice.
Alle domande sui complici non risponde. E nemmeno a quelle sulle coperture.
Perché l’indagine non è finita. C’è questo aspetto da approfondire. Ma c’è anche da capire cosa offriranno le indagini scientifiche.
La conferenza stampa per illustrare come si è arrivati alla richiesta d’arresto firmata dal gip è al termine. Ci sarebbero altre cento domande fare.
Ma i magistrati si chiudono nelle loro stanze. Per ora una risposta l’hanno data: l’arresto di Danilo. La prossima mossa tocca alla difesa.

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