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di ROCCO VALENTI
Ventiquattr’ore di proteste, preoccupazioni e incredulità e ieri sera, a tarda ora, da Roma è rimbalzata la notizia che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha smentito, in un incontro con i parlamentari del Pdl, che nella manovra economica varata dal Governo è prevista la soppressione di dieci Province, tra le quali quelle di Crotone e Vibo Valentia. Era una bufala, insomma, anche se, ancora ieri sera, sul sito del Ministero di Tremonti, nel documento “Pacchetto tagli” contenuto nella manovra 2011-2012 si poteva leggere testualmente: «Sono abolite 10 piccole Province (con meno di 220.000 abitanti, non ricadenti in regioni a statuto speciale)». Un giallo, insomma, in parte destinato a rimanere ancora tale (il testo ufficiale del decreto legge non è ancora disponibile) e in parte spiegabile alla luce della ribellione che a partire dalle prime indiscrezioni ha animato amministratori e politici delle realtà provinciali interessate dalla presunta scure, ma non solo. Le prime avvisaglie di bufera politica si erano avute già martedì sera, quando tra le misure indicate come contenute della manovra economica varata dal Governo c’era appunto quella che prevedeva il taglio delle dieci Province. Le prime reazioni di contrarietà, sia tra esponenti dell’opposizione che del Pdl, hanno assunto nella giornata di ieri proporzioni tali da indurre – veritiero o meno il testo pubblicato sul sito del suo Ministero – il ministro Tremonti ad aggiustare il tiro. Anzi, a smentire seccamente che fosse stata prevista quella sforbiciatina al numero delle Province. La polemica andava montando forse oltre il previsto, e un peso deve averla avuta anche la battuta di Umberto Bossi che, commentando la proposta di alcuni finiani di tagliare tutte le Province, avrebbe affermato – presenti Calderoli e lo stesso Tremonti – che non sarebbe facile andare oltre, che ci sono alcune province intoccabili e, scherzando, avrebbe aggiunto che di fronte al tentativo di eliminare la provincia di Bergamo ci sarebbe stata una guerra civile. Una marcia indietro di Tremonti, d’altra parte, non apparirebbe incomprensibile, dato che una delle reazioni più diffuse alla “falsa notizia” della prevista abolizione delle dieci Province è stata, anche in pezzi importanti del centrodestra, del seguente tenore: se proprio si vuol risparmiare le Province vanno abolite tutte: la misura relativa alle dieci appare del tutto incomprensibile. Considerata, comunque, l’autorevolezza delle fonti della “falsa notizia”, o presunta tale, sui territori di Crotone e Vibo Valentia in ventiquattr’ore s’è vissuto un incubo. E ciò con riguardo, soprattutto, alle preoccupazioni legate al fatto che l’abolizione delle due Province avrebbe comportato, a rigor di logica, anche quella delle rispettive prefetture, questure, comandi provinciali di carabinieri e Guardia di Finanza, delle Camere di Commercio e di numerosi altri uffici delle diverse amministrazioni statali. Si erano già delineati scenari disastrosi, anche perché in territori martoriati dalla criminalità e fiaccati da un tessuto economico debole, cancellare tutti questi presidi dello Stato comporterebbe conseguenze tutt’altro che ipotetiche. Sul piano dell’economia, trasferire da Crotone e Vibo centinaia e centinaia di dipendenti pubblici altrove vorrebbe dire dare un colpo di grazia al territorio. Sul piano della questione sicurezza, invece, che già oggi si fa fatica a fronteggiare, avere o non avere la Prefettura non è la stessa cosa, una questura non ha lo stesso organico di un commissariato, un comando provinciale dei carabinieri assicura un’attività non paragonabile a quella di cui è capace una Compagnia. Insomma, lo Stato batterebbe in ritirata, e, senza una soglia minima di sua presenza diretta sul territorio (anche se con organici insufficienti), le imprese, di fronte al racket, mollerebbero definitivamente la presa e chiuderebbero, il numero dei disoccupati lieviterebbe ulteriormente, idem per truffe e truffette, i cantieri edili faranno a meno anche di aprire. E quindi il risparmio per il sistema Paese sarebbe stato soltanto teorico, per non dire fantasioso, come, a giudicare dalle affermazioni attribuite ieri sera a Tremonti, era la notizia dell’abolizione delle dieci Province sfigate.

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