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C’era tutto il paese, in piazza, oggi, a Marzi, piccoo centro del cosentino, per festeggiare il ritorno del premio Oscar per la fotografia con il film Avatar, Mauro Fiore, nel suo paese natio. Un’accoglienza che ha sorpreso lo stesso Fiore, accompagnato dalla moglie e dai tre figli, che ha trattenuto a stento l’emozione. «Sono orgoglioso di essere calabrese – ha detto -. Non mi aspettavo un’accoglienza così. Sono molto emozionato e spero presto di poter raccontare attraverso un film la mia gente e i luoghi dove sono nato». Fiore, accompagnato anche dai genitori Lorenzo e Romilda, e della sorella, Mariuccia, che vivono a Marzi, ha poi partecipato ad un consiglio comunale particolare, svoltosi all’aperto in seduta straordinaria ed al termine del quale il sindaco, Rodolfo Aiello, promotore della festa, gli ha consegnato le chiavi della città. Una città che per l’occasione si è presentata addobbata con 40 statue in polistirolo alte come un uomo, sparse per le strade. Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ed il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio. «La notizia del premio Oscar a Mauro Fiore – ha detto Scopelliti – inorgoglisce tutta la nostra regione, diventando nei fatti la migliore testimonianza dell’impegno e delle enormi capacità che i nostri giovani professionisti riescono ad esprimere in tutto il Mondo». Oliverio, dal canto suo ha «eletto» Mauro Fiore come “messaggero del mondo dei valori propri di questa terra». Fiore è partito da questo paesino nel 1971, quando aveva 7 anni, insieme ai genitori e alla sorella, più grande di tre anni. La famiglia Fiore ha vissuto sino al 1990 a Chicago. Poi le strade si sono separate. Mauro ha deciso di inseguire il suo sogno di entrare nel mondo del cinema e si è trasferito a Los Angeles. La sorella, invece, è tornata in Italia, seguita, sette anni fa, dai genitori.

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