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di BIAGIO TARASCO
Nei Sassi si può tranquillamente deturpare il patrimonio architettonico con enormi e sconci graffiti spray (ne abbiamo già scritto su queste pagine, tuttavia il fenomeno continua ad essere in perenne crescita esponenziale, come se quegli obbrobri non li vedessero tutti, ma fossero scritti con inchiostro “simpatico”, per poi riapparire magicamente sulle foto scattate dai turisti).
Ma negli antichi rioni in tufo adolescenti annoiati possono senza problemi anche rollarsi e fumarsi una canna di hashish in pieno giorno, in zone frequentate, senza temere il passaggio di un poliziotto di quartiere o di un vigile urbano.
E visto che la noia giovanilistica non è mai troppa ed è sempre difficile sconfiggerla, soprattutto quando i controlli e le divise sono inesistenti, la si può ingannare tracannando damigiane di vino e bottiglie di alcolici, che una volta svuotate vengono lanciate sulle strade sottostanti, ignorando dove vadano a finire.
Gli incontentabili ad ogni costo possono poi buttare giù qualche muretto o prendere a pedate una vecchia porta, fino ad abbatterla completamente, fra risate e schiamazzi che fanno tanto tribù indiana ammansita dall’acqua di fuoco distribuita dai visi pallidi. Luogo comune vuole che scene simili vedano per protagonisti extracomunitari.
Ma i luoghi comuni, si sa, fanno presa sulle anime semplici. La realtà invece è che, a Matera come in altre città, quasi tutti gli extracomunitari ed i cinesi giovanissimi hanno bene in mente il progetto su cui lavorare per guadagnarsi un futuro migliore in questa nazione, con la consapevolezza che non passa attraverso giornate innaffiate di alcol, droga, vuoto ed inflazionati miti televisivi da quattro soldi. Sembrerebbe di assistere ad una realtà rovesciata, ma è la nuova realtà, che ci sta sotto gli occhi e continuiamo ad ignorare, anche quando scene di italianissima deboscia giovanile quotidiana vengono ostentate alla luce del sole, con i protagonisti incuranti perfino dei passanti, i quali a volte sono accompagnati da bambini.
E visto che parliamo di Sassi, dove negli ultimi anni cinque ragazzi hanno perso la vita in modo accidentale cadendo da un muretto di sicurezza maledettamente troppo basso, le sorprese non possono mai mancare. Anche quando, appunto, si lascia un bambino di pochi anni libero di scorrazzare sul marciapiede di Porta Pistola, sotto gli occhi vigili dei genitori, fra cui non è raro ci siano turisti. I quali, purtroppo, rischiano di vedere improvvisamente sparire il loro ignaro bimbo dalla vista, inghiottito dal precipizio della Gravina.
Infatti, a Porta Pistola il solito annoiato in cerca di ebbrezza ha pensato bene di danneggiare la ringhiera di protezione che affaccia sul burrone, sulla quale ora si è formata una cavità larga abbastanza da consentire il passaggio di un bambino con relativo rischio di caduta. Quando si dice morire di noia.

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