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di FRANCO LARATTA
Non è stato un 2 giugno come tutti gli altri. Qualcosa in più, di diverso, si è affacciato su ogni piazza in cui si è celebrata la festa della Repubblica. Come a Cosenza, in piazza 11 settembre, davanti alla prefettura. Una bandiera, la solita, quel Tricolore che da 150 anni è il simbolo dell’Unità d’Italia (ma non per tutti!); un inno, quello di Mameli, come al solito brutto, ma sempre l’Inno d’Italia (e non per tutti). E poi la cerimonia: la consegna dei riconoscimenti, le medaglie d’oro agli eroi moderni, il commovente e solenne applauso per gli ultimi superstiti della guerra e dei lager fascisti. Suoni, colori, ricordi di un Paese che ha tanta voglia di ritrovarsi. C’era un’emozione in più, questa volta, per la Festa della Repubblica. Un’emozione ed una paura. L’emozione di quanti (e sono sempre di più) hanno voglia di riscoprire i valori della Patria, dell’Unità, della Nazione. In un tempo che è senza memoria, senza valori, senza passioni. La paura di coloro (e sono sempre di più) che temono che il Paese si sfasci davvero. Come se sparissero d’improvviso la bandiera, l’Inno, la Costituzione, l’Unità: come se venisse meno l’Italia e si ritornasse a più di 150 anni fa. Come se all’improvviso lo Stato non fosse uno solo, ma 6, 7, 10 statarelli sovrani, con i loro confini, le diverse monete, gli inni e le bandiere diversi, confusi, contrastanti. Un brivido, una diffusa emozione: l’Inno d’Italia accompagna L’alzabandiera. Poi il saluto militare, l'”Attenti’ urlato dal militare, la bella bandiera che si solleva lentissimamente, e sembra ricordare a tutti che il Paese c’è, ci sarà, e sarà un solo, soltanto se ognuno dei 60 milioni di suoi cittadini ricorderanno quanti per quel drappo, e per quell’inno, hanno combattuto, sono morti, sono finiti nei lager, in carcere per anni. L’Italia non è più una soltanto: il divario economico, le aree deboli, le zone ricche, le povertà diffuse, i giovani persi, il lavoro che manca. Troppe Italie affogano la sola Italia possibile. Ma fino a quando il 2 giugno susciterà un’emozione, e la bandiera sarà una sola, accompagnata dall’unico inno, noi potremo sperare di ricostruire una sola nazione, una sola patria, il piacere, la voglia e la passione di vivere tutti liberi, felici, soddisfatti in piena democrazia. La democrazia dell’unica e sola Costituzione repubblicana! Il piacere di gridare a squarciagola: sono Italiano!

Deputato

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