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di SARA LORUSSO
POTENZA – Passata la festa, si può dire che «sia stato un successo». Ne è sicura l’amministrazione, che con alcune associazioni (Imago Historiae, Portatori del Santo, San Gerardo la Porta) ed esperti ha organizzato i festeggiamenti in onore di San Gerardo. L’ente, che ha deciso di fare pubblicamente il “punto”, non si nasconde i limiti percepiti dai cittadini: «Tutto è migliorabile», dicono. L’analisi dei pro e dei contro comincia dalla mobilità. Solo il 29 maggio, il giorno della “parata”, nel centro si sono riversate circa 56 mila persone e oltre 50 mila sono stati i passaggi registrati sulle scale mobili. «Sappiamo che ci sono stati momenti di assembramento, soprattutto allo sbarco delle scale mobili Santa Lucia». Non rinnegano («è stato elemento caratterizzante») di aver scelto di riportare la sfilata (che passa a “parata e rievocazione”) in centro storico. Forse più gente delle aspettative. E quello sgretolamento «quasi fisiologico della parata durante il percorso, resta un limite da superare». Come i bagni chimici: tre sono pochi. Le novità, ne sono sicuri, «hanno ottenuto grande gradimento. Si è percepito il maggiore ancoraggio con il dato storico». Tanto da aver meritato un plauso, spiega, da alcuni esperti dell’Istituto nazionale di demo-etno-antropologia. Vanno orgogliosi di quei richiami storici resi in momenti diversi con la Potenza del ’800 e la iaccara in fiamme, la passeggiata pomeridiana di nobili e popolani di un tempo, la preghiera e la consegna delle chiavi al conte Guevara. No, giurano, «non c’è stata approssimazione». Santarsiero ringrazia uno per uno quanti «hanno partecipato e lavorato»: forze dell’ordine, associazioni, struttura comunale, volontari, figuranti («tutti locali, tranne 24 giullari. E comunque dal prossimo anno avvieremo anche momenti di formazione perché per ogni ruolo possa esserci un potentino»). Questo «è solo un punto di partenza». Adesso la “prova zero” «dovrà essere istituzionalizzata in consiglio comunale». Ma prima c’è da replicare ad altre perplessità. A partire dai soldi: l’opposizione ha già denunciato che la carenza di fondi lamentata si sia trasformata in una spesa di ben 150 mila euro. «Un momento – replica Santarsiero – quella è cifra totale, non solo per la parata. Restiamo fiduciosi in un contributo della Regione. Del resto, perché l’evento più importante della città capoluogo non deve essere riconosciuto come le altre manifestazioni lucane pure meritevoli?». E comunque «abbiamo speso meno dei 230 mila euro dello scorso anno». L’opposizione «ci saremmo aspettati che proprio sui soldi la scelta del budget da aumentare fosse stata condivisa in commissione consiliare», aggiunge Fernando Picerno, capogruppo Pdl. A metà conferenza accetta di sedersi al tavolo istituzionale. A quell’evento, lui c’era, con altri assessori e consiglieri comunali, in costume. «E’ giusto che l’istituzione partecipi», dice. Poi la parola passa alle associazioni. Raffele Molinari (San Gerardo la Porta) e Rosario Avigliano (Imago Historie) richiamano la «grande collaborazione tra le associazioni. Oltre alle critiche, in realtà, la gente ha sorriso, tanto di buono è stato fatto. Compresi i momenti dedicati a Elisa Claps»: nei giorni di festa, il ricordo non si è spento. Certo, «tutto può crescere», fa eco la dottoressa Pellettieri, del comitato scientifico, che invita a una «sempre maggiore partecipazione attiva della cittadinanza». Magari anche con forma di finanziamento popolare: tra le ipotesi, una lotteria cittadina. Da Franco Liguori membro del comitato di quartiere, un invito a governare meglio gli eventi. Prevenzione viene chiesta anche dai commercianti che – almeno in parte – pure dicono di aver lavorato molto. Quanto agli ambulanti, «non possiamo tollelare l’illegalità. Perchè quegli extracomunitari che arrivano in città – dice Santarsiero – spesso devono pagare un prezzo per la permanenza a sfruttatori che non possiamo certo legittimare. Cercheremo di governare meglio anche questo fenomeno». In chiusura il “nodo” del pranzo dei portatori in piazza «che è diventato elemento caratterizzante (come le serate musicali di alta qualità). Ma non può trasformarsi – dice il sindaco – in appuntamento con l’abuso di alcol che condanniamo». «Faremo in modo che singoli episodi non pregiudichino – dice Gennaro Favale, dell’associazione – il buono fatto. Noi non siamo educatori, né genitori, e di vino quest’anno ne abbiamo distribuito meno del passato. Lavoreremo su quello che si può evitare». Infondo, dicono, tutto è migliorabile. E il dibattito non può che continuare.

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