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«Mio figlio è stato ucciso perchè aveva deciso di smettere con la droga e di andare via da Catanzaro e probabilmente i suoi spacciatori avevano paura che potesse denunciarli». È questa la ricostruzione fatta da Vincenzo Cantafio, padre di Aldo Maria, l’uomo di 41 anni morto nelle settimane scorse a Catanzaro per una overdose di droga. Vincenzo Cantafio ed il suo legale, l’avvocato Elio Massimo Iozzo, hanno tenuto stamani una conferenza stampa per illustrare la loro ricostruzione dei fatti e per chiedere alla Procura di Catanzaro di non fermarsi nelle indagini. Dopo la morte dell’uomo sono state arrestate due persone, Franco Simone Bevilacqua e Fabio Critelli, accusati di morte come conseguenza di un altro reato perchè sospettati di avere ceduto la dose mortale di droga a Cantafio.
«Aldo – ha aggiunto Cantafio – stava cercando anche di pagare un debito con gli spacciatori. Abbiamo infatti trovato una busta paga con la data cambiata che presumibilmente doveva essere data a garanzia per il debito. Il suo ultimo giorno di vita, mio figlio è uscito in gran fretta dalla sua abitazione e si è recato in Via Teano dove poi è morto. È difficile pensare che una persona che aveva già assunto la droga riuscisse a guidare l’automobile per arrivare al quartiere Aranceto e poi salire quattro piani a piedi per entrare nell’appartamento dove è morto».
Lunedì prossimo Vincenzo Cantafio si recherà dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Alberto Cianfarini, al quale chiederà di continuare ad indagare. «Da alcuni giorni – ha concluso Cantafio – mio figlio continuava a ripetere che voleva andare via da Catanzaro perchè si sentiva oppresso. Ci sono poi tutta una serie di elementi, che fornirò lunedì mattina alla Procura, che ci inducono a pensare che la dose che ha ucciso mio figlio gli è stata inoculata da qualcuno che lo riteneva ormai una persona scomoda».
L’avvocato Iozzo ha evidenziato che «nell’appartamento di Via Teano è accaduto qualcosa di molto grave. Noi chiediamo al pm di valutare tutti gli elementi perchè in presenza della morte di una persona non si può trascurare nulla per giungere alla verità. Stiamo effettuando le nostre indagini e gli elementi che raccoglieremo li forniremo alla magistratura in modo da poter arrivare alla verità».

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