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L’obiettivo della ndrnagheta, relativamente alla bomba davanti alla Procura generale di Reggio Calabria, era quello di “intimidire la magistratura in vista del piatto milionario del Ponte sullo Stretto”. È quanto emerge dai contenuti della relazione che il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, ha inviato al ministro della Giustizia Angelino Alfano. La bomba in procura, secondo la relazione, era stata annunciata. Le cosche avevano scartato la decisione di colpire un’avvocatessa, Giulia Dieni, parte civile nel processo «Rende», che aveva denunciato l’incompatibilità del pm Francesco Neri nel processo, poi sostituito, per andare dritti all’obiettivo che è quello dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto.
La relazione di Di Landro, aprirebbe scenari inquietanti, descrivendo la strategia della ‘ndrangheta ‘che reagisce chiaramente alla pressione “intollerabile” della magistratura anche in vista di scenari futuri che prevedono possibili enormi arricchimenti illeciti quali ad esempio quelli per centinaia di milioni di euro connessi al prossimo erigendo Ponte sullo Stretto.

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