X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

POTENZA – «Siamo del Comune, dobbiamo vedere se funziona il gas». Così tre donne (quasi sicuramente italiane, va detto per tenere lontano le facili speculazioni di stampo razzista) hanno truffato una pensionata potentina, residente a rione Verderuolo.
Tutto si è consumato in pochi minuti: la donna, con difficoltà deambulatorie, è uscita di casa ieri mattina intorno alle 11.40 per andare a fare spesa. E’ tornata dopo poco con due buste. Davanti al portone di casa c’erano tre donne.
«Due abbastanza alte – spiega la figlia – intorno a un metro e settanta, di corporatura robusta. L’altra più esile e con occhiali da sole. Alla pensionata hanno chiesto informazioni sui medici che abitano nello stesso stabile. Lei ha risposto e ha aperto il portone. Due di loro (quelle di corporatura più robusta) sono entrate ma, mentre la signora ha preso l’ascensore, sono salite a piedi. L’ignara signora se le è trovate poco dopo sul pianerottolo. Una a metà tra un piano e l’altro (quasi a voler far credere di non riuscire a trovare l’appartamento cercato) e l’altra ferma sullo stesso pianerottolo della signora, la quale – all’oscuro dei loro progetti – ha poggiato per qualche secondo le buste a terra e poi ha aperto la porta di casa. La donna che era sul pianerottolo, a quel punto, si è intrufolata nell’appartamento della signora. «Sono del Comune – le ha detto – devo controllare il gas».
E così l’ha portata in cucina, lasciando la porta aperta e consentendo alla complice di entrare. «Signora, mi apra il gas, sono del Comune e devo controllare», le ha continuato a ripetere per tenerla bloccata in cucina. La complice, nel frattempo, si è intrufolata in camera da letto e, in cinque minuti, ha rubato tutto l’oro che la donna aveva in casa.
Ricordi della comunione dei figli, tutti chiusi in scatolette che la ladra si è premurata di aprire e controllare con attenzione. Ha lasciato oggetti di scarso valore e portato via il resto.
La pensionata, che con la coda nell’occhio aveva visto l’altra donna intrufolarsi in casa, ha tentato inutilmente di cacciare “l’addetta del Comune” con il bastone che usa per camminare. Lei è andata via solo quando la complice ha terminato il suo lavoro.
Sono uscite tranquille dall’appartamento, scendendo per le scale, dove una vicina della pensionata le ha incrociate, vedendole parlare e ridere e, quindi, non sospettando di nulla. Si è resa conto solo in un secondo momento di essere stata lei stessa raggirata.
La terza componente del gruppo, infatti, quella di corporatura esile, ha fatto da palo davanti al portone. Ha bloccato la vicina, facendo domande sempre sui famosi dottori e poi chiedendo qualche altra informazione anche su altri condomini e, in particolare, proprio sulla signora che in quei pochi minuti veniva derubata.
Le tre – racconta la figlia dopo la denuncia fatta alla Polizia – erano tutte vestite di nero. Quella che ha fatto da palo indossava i pantaloni, le altre due una gonna. Capelli ricci e neri, carnagione leggermente olivastra. Parlavano benissimo l’italiano, come ha confermato anche la vicina.
La polizia, arrivata sul posto, ha fatto i necessari rilievi: la ladra – che forse indossava dei guanti – non ha lasciato impronte, così come la sua complice che non ha toccato la porta (aperta dalla vittima) e neppure i fornelli del gas, davanti ai quali si è fermata. Nessuna impronta, quindi, e una velocità impressionante nell’aprire le scatole, portare via l’oro e scartare le cose solo apparentemente preziose.
E poi sembra siano andate quasi a colpo sicuro, non hanno aperto altri cassetti se non quello dove le scatole erano custodite. Un lavoro da professionisti e il sospetto che le tre ladre da qualche tempo controllassero i movimenti della casa.
«Io la mattina non la lascio quasi mai sola – spiega la figlia che vive in casa con la signora – mi sono allontanata stamattina (ieri mattina per chi legge, ndr) per poco tempo per qualche commissione. Dopo poco mi ha chiamato mia madre in lacrime, non riusciva neppure a spiegarmi cosa era successo. Ha pianto tutto il giorno ed è ancora sotto shock».
Sapevano, quindi, dove e quando colpire? Questo stanno cercando di capire gli agenti.
Antonella Giacummo
a.giacummo@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE