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POTENZA – «Se il magistrato avesse fatto le cose per bene, Elisa non sarebbe stata lì per 17 anni. La verità doveva venire da lei e per questo non potrò mai perdonarla». Lo ha detto, a Potenza, la madre di Elisa Claps, Filomena Iemma, non pronunciando mai il nome ma riferendosi in maniera evidente all’ex pm di Potenza, Felicia Genovese, che nel 1993 coordinò le indagini sulla scomparsa della studentessa potentina, i cui resti sono stati trovati lo scorso 17 marzo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza. «Con quale coraggio – ha aggiunto Filomena Iemma – il magistrato che ha condotto le indagini guarda i suoi figli negli occhi? Se Restivo fosse stato fermato allora, una mamma non sarebbe morta». Il riferimento è alla sarta inglese, Heather Barnett, uccisa il 12 novembre 2002: per quest’omicidio Danilo Restivo è stato arrestato lo scorso 19 maggio. La madre di Elisa è intervenuto in serata, a Potenza, a una manifestazione promossa dall’associazione «Libera». Iemma si è poi rivolta alle «persone in alto, che per 17 anni hanno protetto Restivo e hanno occultato il cadavere di Elisa. Allora sapevo che Danilo era l’assassino, oggi so che l’hanno coperto per 17 anni e lo hanno fatto anche negli ultimi mesi». La donna ha aggiunto «di non aver mai definito omertosa la città di Potenza» e, anzi, «la popolazione – ha sottolineato – ci è stata vicino». «Io mi rivolgo ai grandi personaggi, le persone in alto che ci hanno voltato le spalle tra cui anche alcuni ministri della chiesa – ha concluso – e loro sanno a chi mi rivolgo. Quale coraggio ha avuto chi sapeva per 17 anni?».
Al margine dell’incontro Don Ciotti ha dichiarato: «Dobbiamo avere fiducia negli investigatori e nella magistratura, la verità non fa sconti. In questo momento ci sono bravi magistrati e una brava squadra mobile che sta lavorando. Lasciamo che ci consegnino il frutto di queste indagini e soprattutto di questa verità. Ne abbiamo bisogno veramente tutti. Non si costruisce giustizia senza la ricerca della verità. Senza sconti. Non formulo nessun giudizio, perchè credo che avremo delle belle sorprese». «Mi sembra paradossale – ha aggiunto don Ciotti – che un Paese come l’Italia non conosca la verità su 24 mila scomparsi. E’ un numero che mi fa male dire. Ci vuole più impegno da parte di tutti perchè c’è tanta giustizia sospesa e tante verità negate. Ognuno deve guardare alla propria coscienza – ha concluso – e chi sa parli, chi sa parli, chi sa parli».

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