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“Si chiede che la proprietà renda pubbliche le cifre su cui impostare la trattativa, ed è quindi auspicabile che tutte le parti chiamate in causa (amministrazione comunale, proprietà, acquirenti e l’associazione stessa) concordino sul mettere in essere un vero e proprio patto per non lasciare margini ad equivoci e malintesi”.
L’Associazione “Il Mio Potenza” cala una controffensiva che non può certo definirsi di secondo piano e che fotografa quello che si percepisce in città dopo l’affermazione di Postiglione di voler lasciare la società “allo stato di fatto e di diritto”. Postiglione in effetti è stato sibillino.
L’associazione parla di trattativa perchè è questo che il comune sentire ha percepito: ossia che il patron non abbia con chiarezza fatto intendere in che modo vuole lasciare e che chiunque dovrà confrontarsi con le sue idee.
Perchè è andato dal sindaco ma non a lasciargli la squadra, nè tantomeno ha dichiarato ufficialmente quale situazione economica si troverà di fronte un probabile acquirente. Perchè in tal senso il gruppo guidato da Pomarico ha ribadito che è continuo e incessante l’impegno a trovare favori per sostituire Postiglione. Anzi, li avrebbe anche già trovati, ma nessuno esce allo scoperto se non si comprende chiaramente quali cifre circolano, o sono destinate a circolare, intorno alla società. “Il lavoro impostato dall’associazione è quello di trovare imprenditori o gruppi fortemente interessati al Potenza. Si registra un’evidente volontà di tali soggetti già contattati a conoscere le reali intenzioni dell’attuale proprietà sul futuro della società, dato di primaria importanza circa i tecnicismi per intavolare una probabile cessione”. L’associazione attende riscontri in tempi brevi. Postiglione quindi, adesso deve rendere il quadro ancora più chiaro. Prendendo una decisione e non barcamenandosi alla meno peggio sul da farsi: perchè lui nel calcio a Potenza non può più stare. Fosse anche la persona più pura di questo mondo. Il tessuto cittadino e imprenditoriale, ma anche la comunità sportiva, ne hanno preso definitivamente il distacco e se ancora oggi si nutrono dubbi sulle reali intenzioni, non devono essere gli altri ad adeguarsi al suo comportamento, ma è il patron che deve fornire tutti i chiarimenti richiesti. Altrimenti, per usare una frase storica “muoia Sansone con tutti i Filistei”.

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