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“AMORE, MA a quale scuola di danza va nostra figlia?” “Alla Mivida. A proposito, lunedì sera c’è il saggio. Alle otto e mezzo”. Una tragedia dalle proporzioni immani. Nemmeno fossimo ai tempi della “Corazzata Potemkin” del ragionier Ugo Fantozzi. Perché? Lunedì sera gioca l’Italia. C’è Italia-Paraguay: è l’esordio in Sudafrica. Nel “Secondo tragico Fantozzi”, celebre pellicola degli anni ’70, si giocava Italia-Inghilterra e i poveri dipendenti di un’azienda furono costretti alla visione del film del 1925 piuttosto che restare a casa, davanti al video a gridare “Forza Italia” (Berlusconi ancora non faceva parlare di sè, però) davanti alla frittata con la cipolla e al mitico “rutto libero”. “Ora ho capito perché la città è tappezzata da tutti quei manifesti. C’è scritto Mivida contro Paraguay. E l’Italia? Non gioca?” Gioca, gioca. Statisticamente la prima e l’ultima partita della nazionale a un Mondiale di calcio sono quelle più televiste. Inevitabilmente tanti papà non l’avranno presa bene. Ma come si fa a dire di no a una figlia che c’ha messo un anno per preparare il saggio di danza, paradigma finale di tanti sacrifici e tanti allenamenti. A proposito, aggiungiamo, paradigma finale di tante spese per i corsi, i costumi, i trucchi, i fotografi e pure per l’affitto del teatro luccicante a festa e gremito. Sì gremito di nonne, zie e mamme felici che compreranno anche i fiori da donare alle loro figlie appena terminata l’esibizione-spettacolo. Guai al papà che porta una bandiera però. Anatema sul papà che dovesse accendere un telefonino e chiamare per informarsi. “Ma proprio lunedì sera? Gioca l’Italia, alle otto e mezzo”. Si ferma il Paese: è un dato certo. Non si fermano gli organizzatori e i ballerini, le mamme, le nonne e le zie. Saranno costretti a fermarsi i papà tifosi, quelli che si sentiranno per una sera proprio “un po’ Fantozzi”.
Alfonso Pecoraro

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