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Emesse 24 misure coercitive personali e sequestrati beni mobili ed immobili, per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro. Questi i risultati dell’operazione di oggi, denominata «Senza frontiere», coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza e condotta dalle Fiamme Gialle di Cosenza, nei confronti di un’organizzazione criminale operante su vasta scala internazionale. Cinquanta le persone indagate a vario titolo e 36 le società coinvolte. Obiettivo dell’organizzazione era quello di percepire indebitamente le sovvenzioni pubbliche già concesse al Consorzio Procal Imprese, nonché ad altre imprese di fatto riconducibili agli stessi indagati, per un importo complessivo di circa 25 milioni Sofisticato il sistema truffaldino scoperto dalle Fiamme Gialle.

Per garantire uno schermo societario ai soggetti coinvolti nella truffa, sono state create, su scala internazionale, undici società cartiere, operanti in Italia, Panama, Spagna, Germania, Romania ed Emirati Arabi Uniti, tutte di fatto riconducibili ai medesimi indagati, anche per interposte persone, sia fisiche che giuridiche.

Ottenuta la disponibilità di tali entità virtuali membri del sodalizio hanno potuto così far predisporre ed utilizzare falsa documentazione contrattuale, amministrativa e fiscale a supporto di operazioni commerciali, documentate anche estero su estero, per un volume d’affari complessivo di circa 48 milioni, di euro, di cui oltre 25 riconducibili ad operazioni inesistenti.

Per consentirne la regolarizzazione finanziaria, sono stati opportunamente utilizzati centinaia di conti correnti bancari anche on-line, aperti in svariati istituti di credito europei nonché a Dubai, le cui movimentazioni sono state oggetto di opportuno esame da parte degli investigatori. Il congegno truffaldino scoperto dalla Guardia di Finanza, a corredo di un’indagine durata tre anni, non rappresenta – secondo gli inquirenti – altro che un ulteriore «affinamento» delle tecniche di truffa adottate dalle organizzazioni criminali operanti nello specifico settore economico finanziario.

La restituzione del denaro, infatti, a fronte delle fittizie operazioni commerciali, non avveniva immediatamente, ma solo dopo una serie di ulteriori operazioni bancarie che, pur se apparentemente giustificate da retrostanti transazioni economiche, estero su estero, veniva in realtà congegnato al solo scopo di rendere più complesso l’accertamento dell’intero sistema delinquenziale. Fondamentale per le indagini – spiegano gli inquirenti – il supporto investigativo fornito dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali eseguite, nonchè il ricorso ad una complessa ed articolata attività di rogatoria internazionale, condotta, in taluni casi, personalmente dal P.M. titolare delle indagini, Giuseppe Francesco Cozzolino, costantemente assistito da un ispettore delle Fiamme Gialle.

Altrettanto determinante si è rivelato il supporto fornito dalle autorità giudiziaria spagnola, tedesca, svizzera e romena interessate da tale attività. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, oltre a «colletti bianchi (imprenditori, consulenti e funzionari di banca) anche una cittadina brasiliana di fatto domiciliata in Palma de Mallorca (Spagna), responsabile della cartolare costituzione in territorio estero delle società cartiere: tra esse la società off-shore panamense «Acorn Financial Service SA» costituita con il compito di fornire un supporto finanziario cartolare ad alcuni soci esteri delle società consorziate.

La brasiliana risulta, fra l’altro, coinvolta in un’inchiesta in materia di riciclaggio internazionale condotta dall’F.B.I. statunitense. L’attività condotta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano e Sibari, ambito territorio nazionale (Calabria, Puglia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto) ed internazionale (Spagna, Germania, Romania, Svizzera, Panama e Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti), ha permesso così di delineare un quadro probatorio certo riferito a tutte le persone fisiche o giuridiche che, rivestendo ruoli specifici, hanno contribuito alla realizzazione del disegno criminoso.

Il Giudice per le Indagini preliminari di Cosenza ha disposto il sequestro di 7 opifici industriali, macchinari industriali e impianti fotovoltaici, quote societarie e 99 conti correnti bancari, per un valore complessivo di oltre 35 milioni, al netto dei saldi bancari in corso di quantificazione. Il programma di intervento pubblico, che prevedeva un investimento complessivo di circa ottanta milioni di euro, avrebbe dovuto consentire la nascita di realtà imprenditoriali nel territorio calabrese, caratterizzate da un alto grado di innovazione tecnologica, nonchè garantire l’occupazione di oltre 500 unità lavorative.

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