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«La situazione della sanità in Calabria è grave, lo sanno oramai anche le pietre». È quanto si afferma in una lettera della Cisl medici delle Aziende sanitaria e ospedaliera di Cosenza al presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. «Preoccupa lei che – prosegue la lettera – da poco insidiatosi come governatore, è alle prese con un debito, formatosi nel corso degli anni, di cui non si riesce neanche a quantificare con esattezza l’ammontare; è grave per noi operatori sanitari che siamo costretti a confrontarci ogni giorno con difficoltà di ogni genere per cercare di dare le risposte che i cittadini ci chiedono quotidianamente, è grave, soprattutto, per la gente, sempre più in balia di un’organizzazione che fa acqua da tutte le parti, bombardata da notizie di cattiva sanità che non fanno altro che aumentare l’apprensione per la propria salute e la rabbia, il più delle volte immotivata, verso noi operatori».
«Se siamo arrivati a questo punto – è detto ancora nella lettera – è perchè nel corso degli anni la logica della politica clientelare, da una parte faceva sorgere piccoli ospedali ovunque, vicini fra loro e rimpinzati di personale sanitario e amministrativo in numero sproporzionato rispetto all’esigenza degli utenti di quelle zone, dall’altra foraggiava la sanità privata, accreditando strutture non idonee o superflue per l’esigenza dei cittadini. Risultato di questa politica dissennata e stato quello di ritrovarci oggi con un bilancio per la sanità dove il bilancio della spesa per il personale che già di se ammonta negli ospedali a più del 50% del totale come media nazionale, in Calabria è di svariati punti percentuale maggiore, rendendo difficile, se non impossibile, il rientro dal debito senza una politica che porti, negli anni a venire, ad una robusta riduzione del personale sanitario e amministrativo».
«In Calabria la non corretta distribuzione del personale, con sovrabbondanza di sanitari o di amministrativi laddove non servono e la carenza invece, in aree cruciali – sostengono i medici nella lettera a Scopelliti – ha portato a situazioni paradossali con gravi conseguenze per i cittadini, basti pensare, per esempio, alla soppressione di decine di sedute operatorie a settimana che il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Cosenza, ha predisposto in questi giorni per carenza di anestesisti, mentre si tiene ancora aperto il pronto soccorso di Rogliano con un anestesista che affianca il medico o il chirurgo di guardia 24 ore su 24; pronto soccorso pericoloso per la gente, poichè non in grado di fornire assistenza ai pazienti più gravi che devono essere necessariamente trasportati in un secondo momento all’ospedale di Cosenza perdendo tempo prezioso. Non dimentichiamoci che questo pronto soccorso è segnalato, ovviamente, anche sul percorso autostradale per cui è facile che un automobilista si diriga, passando in quelle zone, nel punto di soccorso più vicino».
«Affrontare la questione sanità in Calabria – si sostiene ancora nella lettera – è certamente il compito più impegnativo che l’aspetta, caro Governatore, e richiederà sicuramente tempo e sacrifici da parte di tutti; certamente è impensabile continuare a tenere in vita tutti gli ospedali della regione e pensare di risolvere il debito aumentando le tasse e risparmiando tagliando gli investimenti sulle infrastrutture o sulla tecnologia e non mettendo al primo piano la formazione del personale e l’informazione del cittadino sulle opportunità offerte nei vari presidi. Potenziare le tre grosse aziende Ospedaliere di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, valorizzandone la vocazione all’urgenza e all’eccellenza nell’ambito delle grandi patologie cardiologiche, neurologiche, tumorali e dell’infanzia, focalizzando, invece sul territorio settori quali quella della prevenzione e della cura alle malattie croniche».

REPLICA SINDACO DI ROGLIANO
Il sindaco di Rogliano, Giuseppe Gallo, è intervenuto successivamente alla nota della Cisl medici dell’ospedale «Annunziata»: «La drammatica situazione dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza – scrive Gallo – che giustamente sta preoccupando tutti in questo momento, non dipende certamente da un anestesista»h 24» assegnato a al P.O. di Rogliano. Affermare questo, come fa la Cisl medici, è veramente sconvolgente oltre che strumentale e pretestuoso . E’ vero, invece, che in data 27 luglio 2009 un dirigente medico è stato assegnato a Rogliano per l’unità operativa di Anestesia, così come previsto nell’atto aziendale, ma è soprattutto vero che egli è stato impiegato a tempo pieno all’Annunziata di Cosenza. I sindacalisti medici, in un eccesso di zelo, – continua – danno il pronto soccorso di Rogliano come servizio «non in grado di fornire assistenza ai pazienti più gravi che devono essere necessariamente trasportati in un secondo momento a Cosenza». Vadano a spigolare altrove i sindacalisti medici e vedano di trovare in loco le inefficienze macroscopiche. Il Pronto soccorso di Rogliano ha una media di ben ottomila interventi annui. Non si è mai, e poi mai, in trentacinque anni, verificato un caso di malasanità contrariamente a strutture omologhe, ben più attrezzate, di cui si è spesso occupata la magistratura e, purtroppo, la cronaca giornalistica. Non è con ricercate compiacenze politiche che la sanità va avanti. Anzi, – conclude – indietreggia, com’è indietreggiata, anche per l’effetto di posizioni analoghe a quelle assunte dai sindacalisti medici di che trattasi».

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