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«L’ospedale «Santa Barbara» di Rogliano non è un doppione dell’Annunziata» di «Cosenza, sia perchè ne è la faccia esattamente opposta rispetto alle situazioni di sfascio che il presidio della città espone, sia perchè i ruoli sono diversi ancorchè integrabili. All’«Annunziata» potrebbero far capo gli interventi più importanti; al «Santa Barbara» i piccoli interventi, in un ruolo di presidio satellitare, utile in prospettiva all’ospedale regionale».
È quanto afferma il vicesindaco di Rogliano, Giovanni Altomare, al quinto giorno di occupazione della sede della direzione sanitaria dell’ospedale locale, dopo la paventata chiusura di Chirurgia e Pronto soccorso da parte della direzione generale dell’Ao di Cosenza.
«Ci devono spiegare – aggiunge Altomare – dove andranno a finire i quattromila interventi annui assicurati dal «Santa Barbara», sempre con riconosciuta efficienza e senza mai, dico mai, aver causato casi di malasanità. Andrebbero, inevitabilmente, a sovraccaricare ancora il gravame della congestione dell’”Annunziata» di Cosenza».
Altomare esprime apprezzamento per la dichiarazione rilasciata dal senatore Antonio Gentile del Pdl, che ha riproposto la sfiducia nei confronti del direttore generale dell’Ao Puzzonia e sostenuto, sostanzialmente, le ragioni della protesta. «E’ auspicabile – afferma – che il senatore Gentile possa dare una spinta verso la giusta direzione del potenziamento del nosocomio nell’ottica più ragionevole possibile, da noi stessi delineata, in una logica di integrazione, che è la destinazione più elementarmente logica nel quadro della rete ospedaliera aziendale. I piccoli ospedali vanno tagliati. La congiuntura è quella che è. Tuttavia, i tagli non possono nè debbono essere indiscriminati. Bisogna distinguere tra piccoli ospedali che funzionano, piccoli ospedali che non funzionano e piccoli ospedali che hanno il già denunciato rapporto abnorme tra posti letto e personale. Non ci stiamo ad omologare tutto nello sfascio generale del sistema sanitario regionale, le cui responsabilità politiche sono generali. Bisogna valorizzare – conclude – quel poco che funziona e premiarlo per i meriti acquisiti sul campo, che, nella fattispecie, sono ben superiori a quelli apparenti proprio per i disastri circostanti e per i guasti dell’intero sistema, ma anche per le manovre di depauperamento poste in essere, negli anni, ai danni del nosocomio roglianese».

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