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di SANTE CASELLA
Gli automobilisti sono tartassati da molti adempimenti burocratici e fiscali: patente da rinnovare, revisione dell’auto ogni due anni, pagamento del bollo spesso in aumento, prezzi di benzina e gasolio alle stelle, carenza di parcheggi, spese per manutenzione ordinaria e straordinaria dei veicoli e, per ultimo (e non per ordine d’importanza o gravame) l’assicurazione obbligatoria. Il bollo e l’assicurazione si pagano anche se le macchine dovessero restare più in garage inutilizzate che in movimento sulle strade urbane ed extraurbane. Senza dimenticare le multe “facili” che i vari addetti al controllo del traffico urbano e d extraurbano dispensano ai possessori di macchine per violazione del codice della strada, parcheggi vietati, velocità, ecc. ecc. Insomma l’autovettura, divenuta per molti una necessità per spostamenti per motivi di lavoro o familiari, è sottoposta – da diversi anni – ad un vero e proprio attacco in termini fiscali e di consumo con un crescente onere finanziario a carico delle famiglie, che spesso sono costrette ad impegnare una notevole percentuale del proprio reddito, di lavoro o di pensione che sia. Giova rilevare oggi lo strano rapporto degli automobilisti con le varie compagnie assicurative, che viene in luce ogni qualvolta capita un qualsiasi incidente stradale. La clausola del bonus malus inserita nei contratti d’assicurazione RCA – responsabilità civile auto – (il latinorum di manzoniana memoria appare sempre, quando si vuole mettere in disagio il cittadino-utente. Com’è avvenuto nella sanità con l’introduzione, dal 1999, ministro della Salute onorevole Bindi, dell’intramoenia, che ha legittimato di fatto e di diritto l’esercizio della libera e privata attività professionale (a pagamento) del medico nell’interno della struttura sanitaria pubblica o privata di cui lo stesso sanitario è dipendente regolarmente retribuito mensilmente!) Il bonus malus inserito nei contratti dalle Compagnie assicurative (con l’assenso, a quando pare, della politica o dei politicanti trasversalmente intesi) ha introdotto la classe d’appartenenza di ciascun automobilista (chi non denuncia mai sinistri è collocato alla prima classe. Mentre l’automobilista che denuncia uno o più sinistri viene retrocesso a classi inferiori. E a ogni classe inferiore corrisponde automaticamente un premio assicurativo maggiore). Da qui il contenzioso continuo tra assicurati, che spesso cercano di non accollarsi la responsabilità dell’incidente che provochi danni alle macchine coinvolte, appunto, negli scontri. Per cercare di non denunciare un sinistro con colpa riconosciuta e non incappare nell’attribuzione di una classe d’assicurazione peggiore e quindi ad un aumento del premio assicurativo. La clausola del bonus malus, quindi, è a favore delle Compagnie assicurative, che intascano miliardi d’euro e non vorrebbero sborsare somme per incidenti capitati ai propri clienti. Quanti hanno consentito la causola-capestro del bonus malus (politici, tecnici, controllori delle Compagnie assicurative) sono responsabili dei contenziosi tra automobilisti e dei profitti immensi che le Compagnie d’Assicurazione realizzano nel nostro Paese. Specialmente dopo che è stata resa obbligatoria l’assicurazione RCA. Ci risulta che il bonus malus non viene contestato da forze politiche e sindacali e neanche dai vari comitati o associazioni che sarebbero in vita per fare gli interessi dei cittadini-utenti. Ricordiamo che insieme al bonus malus è stato anche inserito il pagamento a carico dell’assicurato di un contributo per il Servizio Sanitario Nazionale. Quindi le polizze assicurative dovrebbero consentire all’automobilista a cui capita un incidente per sua colpa, di stare tranquillo perché la propria assicurazione si fa carico del danno assicurato senza penalizzare ulteriormente (con aumento del premio annuale) l’indifeso automobilista di turno.

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