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Se da un lato le Regioni ribadiscono la loro posizione unitaria contro la manovra, e ieri hanno incassato un’apertura al confronto da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al suo arrivo a San Paolo del Brasile, al termine del G20, il portavoce del premier Paolo Bonaiuti (in foto) precisa le dichiarazioni del premier: «Berlusconi ha risposto con un sì alla domanda se intenda incontrare le Regioni, ma quel sì non si riferiva certo alla possibilità di rivedere una manovra già delineata». Di certo non appare possibile modificare i “saldi” di una manovra che deve mantenere la sua impalcatura. Ma – come aveva detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti – qualche riequilibrio interno tra regioni è sempre possibile. Al di là delle interpretazioni sulla volontà del presidente del Consiglio, è in ogni caso arrivato subito il plauso del governatore del Veneto Luca Zaia: «siamo certi che, per la storia dalla quale proviene, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi saprà ascoltare le Regioni e aiuterà le amministrazioni a ridurre gli sprechi a ogni livello, a partire – ha sottolineato l’ex ministro dell’Agricoltura – dall’amministrazione centrale dello Stato».
Nel frattempo ieri si è registrata l’ennesima offensiva da parte della totalità dei governatori contro la manovra e, hanno tenuto a ribadire, senza alcuna spaccatura in seno alle Regioni. A fissare i paletti per smentire con forza possibili incrinature tra i governatori – dopo l’apertura al governo dei presidenti di Lazio, Campania, Abruzzo, Molise e Calabria – è stato ancora una volta Roberto Formigoni: «la posizione delle Regioni è unanime – ha spiegato – e chiediamo di cambiare la manovra in un’ottica di responsabilità», quindi «è inutile che qualcuno cerchi di fare il furbo e cerchi di vedere distanze che non ci sono».
Le posizioni compatte delle Regioni vengono confermate anche dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, il quale ha spiegato che l’iniziativa dei presidenti delle 5 Regioni del centro-sud è legata «al piano di rientro sulla sanità». Un chiarimento che gli è servito per ricordare al Governo che le Regioni sono pronte a restituire le deleghe conferite loro dalla legge Bassanini.

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