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– Il concorso di più persone nel reato, e la “piena operatività del sodalizio” sono le principali motivazioni dell’appello presentato dal pm Francesco Greco per l’estensione delle misure cautelari anche ad altri presunti “componenti” dell’associazione a delinquere sgominata il 13 maggio scorso dall’operazione “Rewind”. Ieri mattina è iniziata l’udienza per l’appello presentato al Tribunale del riesame di Potenza, ma è subito stata rinviata al 21 settembre per l’impossibilità di comporre regolarmente il collegio.Con l’accusa di aver costituito e promosso un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe a danno di anziani, su richiesta del pm Greco, il Gip di Lagonegro Vincenzo Landolfi, il 12 maggio scorso, aveva disposto il carcere per Giovannina Gagliardi e gli arresti domiciliari per il maresciallo dei carabinieri Emilio Russo (poi revocati il 27 maggio), con l’accusa di aver attestato il falso in atti pubblici destinati all’autorità giudiziari. Mentre aveva rigettato la richiesta di custodia cautelare per altri tre dei presunti componenti del sodalizio: il marito della Gagliardi, Antonio Carlomagno, il geometra Nicola Manfredelli (difeso dall’avvocato Franco Maldonato) e il postino Nicola Viceconti, entrambi di Rivello, oltre alla sospensione dall’esercizio delle funzioni di avvocato per un anno nei confronti di Michele Aldinio noto professionista di Lagonegro. Su questa decisione il pm ha presentato appello.
Secondo le indagini, la Gagliardi avrebbe avuto un ruolo di “promotore e organizzatore”; il marito “esecutivo e di sostegno”; il geometra e il postino “il compito di acquisire notizie circa la consistenza dei patrimoni delle possibili vittime”; l’avvocato “per la redazione degli atti di liberalità degli anziani”.
Per il Gip, l’associazione sarebbe rimasta operativa fino al 2004 e visto il lungo lasso di tempo trascorso dalla “presumibile cessazione del vincolo associativo”, non vi sarebbero riscontri al pericolo “di recidiva”.
Per il pm Greco, invece, esisterebbero “altri episodi criminosi verificatesi negli anni successivi che contraddicono apertamente” la presumibile cessazione dell’associazione. Episodi riscontrabili, sempre secondo il pm, anche da diverse intercettazioni telefoniche.
Come quella tra la Gagliardi, il marito e il figlio Luciano, del luglio del 2005.
“L: E che affarone fa? E che affarone facciamo fatemi capire? Mamma! Se non ci vale il pesce per la frittura è inutile! G: Ha detto che tiene una villa a due piani… tiene una roulottes… tiene la pensione, tiene i soldi…”
O da quella tra la Gagliardi e S.B. del luglio 2009.
“S: aaa, e il fratello come sta? G: e insomma, grazie a Dio (ride); S: (ride) tienitelo stretto, stretto; G: ma adesso subito mi metto in moto un’altra volta; S: hmm (ride); G: (ride) però devo vedere pure in queste tue zone, hai capito?; S: ho capito, si ma li troviamo, li troviamo, lo troviamo qualcuno qua; G: ma lo dobbiamo trovare subito; S: si si si; G: fessi loro, non preoccuparti”.
Per il Pm, il Gip avrebbe ricondotto alla Gagliardi “tutte le emergenze processuali”, e con l’appello chiede di rivalutare “le compartecipazione degli altri associati”.
Nei prossimi giorni, intanto dovrebbero arrivare le motivazioni della prima sentenza del Riesame che ha confermato gli arresti per la Gagliardi. Non ci sono i presupposti per la reiterazione dei delitti” dice l’avvocato Agostino Fortunato, pensando già al ricorso per Cassazione.
Francesco Zaccara

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