X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil della Calabria, in una nota, ribadiscono «il giudizio politico totalmente negativo sul piano industriale e sulla proposta di riorganizzazione dell’azienda Telecom Italia. È per questa ragione – spiega una nota – che ci siamo fatti promotori di una prima giornata di sciopero di tutte le aziende del gruppo Telecom da tenersi in data 9 luglio. È impensabile, a nostro avviso, – si legge ancora – che a fronte di un cash flow aumentato di oltre 600 milioni di euro, con un utile netto nel 2009 superiore a 1,5 miliardi di euro, il piano industriale si basa esclusivamente su un forte taglio al costo del lavoro e agli investimenti in innovazione (oltre che su un dividendo approvato pari a circa 1 miliardo) e non affronta il tema del rilancio e dello sviluppo di una azienda vitale per l’economia di un Paese. La stessa qualità nei servizi customer e di rete è lasciata alla buona volontà di pochi privilegiando una politica sempre più sbilanciata sugli appalti a favori di ditte che operano spesso a limite della legalità e su pratiche di outsourcing confermano una politica di risparmio che mal si concilia con l’obiettivo di accrescere il numero dei clienti ed ingenerare, quindi, nuovo lavoro. Mancanza di coraggio e di scelte condivisibili segnano inoltre – scrivono i sindacati – la politica internazionale dell’azienda, volta a continuare a dismettere i propri asset a Cuba e in Argentina, contenendo la presenza internazionale esclusivamente al Brasile.
Siamo contrari ad una «politica del carciofo», fatta di sistematico svuotamento settore per settore, reparto per reparto di attività ed occupazione. Siamo di fronte alla palese dichiarazione di fare di Telecom una sommatoria di scatole da razionalizzare oggi, da vendere domani (Telecontact, HRS, SSC), senza nessuna garanzia industriale e, soprattutto, occupazionale. Per queste ragioni specifiche e registrata la volontà di Telecom Italia di svuotare anno dopo anno l’azienda di risorse, professionalità e asset strategici, ribadiamo – scrivono i sindacati – il nostro giudizio negativo chiedendo espressamente una immediata inversione di tendenza. Dopo la spoliazione subita ad opera di Colaninno e Tronchetti Provera è giunta l’ora di realizzare una forte politica di rilancio dell’azienda, che passi principalmente valorizzando gli attuali livelli occupazionali anche con una politica mirata di nuove internalizzazioni di attività e persone».
Le segreterie regionali della Calabria «gravemente preoccupate circa la politica di riduzione dei livelli occupazionali in Calabria dove operano 1.800 lavoratori (Telecom più Telecontact)» dichiarano che «non si è più disponibili a compiere sacrifici occupazioni per garantire il risultato economico di pochi. Pertanto, nell’invitare tutti i lavoratori allo sciopero, chiedono alle istituzioni della nostra regione di fare quadrato intorno ad una realtà occupazionale che garantisce reddito e dignità a migliaia di famiglie calabresi». Venerdì ore 9 sarà attuato un presidio con volantinaggio dei lavoratori presso la prefettura di Catanzaro.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE