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di SARA LORUSSO
POTENZA – Torna alla “casa socialista” perchè, spiega, «finalmente, dopo i congressi nazionale e locali, il Psi ribadisce la propria autonomia dopo che a lungo era rimasto “schiacciato” sul Pd». Ma no, non è ancor il momento del gruppo. E così Felice Scarano, consigliere comunale eletto nella lista civica a sostegno dell’attuale coordinatore dell’opposizione Peppino Molinari (non poco rumore aveva fatto quella candidatura dell’ex assessore del comune capoluogo con l’opposizione) rimane nel gruppo “Per la città”. «In quel gruppo sono attualmente solo e questo mi consente di non dover mediare nelle prese di posizioni politiche». Ma adesso che cosa accade? Non è un mistero che il “rientro” di Scarano abbia acceso curiosità e dibattito nel centrosinistra comunale che si appresta a fronteggiare la fase conclusiva del rimpasto di giunta. «Nelle settimane precedenti – racconta Scarano – si sono consumati alcuni passaggi che in qualche modo ipotizzavano, o lasciavano intravedere, la possibilità di un mio ingresso in esecutivo. Eventualità che avrebbe lasciato spazio all’ingresso in consiglio di candidati della lista che, nel frattempo, avevano dato adesione al centrosinistra. Ma la verità è che a questa ipotesi non ho mai dato credito. E’ una questione di coerenza: ho chiesto i voti candidandomi con un sindaco alternativo a Santarsiero». E di quella scelta ancora fornisce le stesse motivazioni. «Per la prima volta in città non veniva presentato il simbolo socialista. All’epoca avevo chiesto aiuto al Pd per costruire una lista socialista, ma si è preferito dare spazio a una lista civica a sostegno di Santarsiero che, a conti fatti, ha finito con l’indebolire le altre componenti “minori” del centrosinistra. Resto convinto che una lista del Psi avrebbe scongiurato il ballottaggio». Questo senza dimenticare di «non aver affatto condiviso alcune scelte amministrative a cui si era giunti nella precedente amministrazione, a partire dalla viabilità». A quel punto «la scelta di uan lista civica, seppur nell’opposizione, mi dava la possibilità di essere presente, ma senza una caratterizzazione di partito». Lo ha raccontato più volte come alla decisione ci sia arrivato con un percorso “travagliato”. «Ma non sono pentito. Molinari, tra l’altro, da parlamentare, mi ha sempre sostenuto nel mio percorso amministrativo. E il percorso avviato in campagna elettorale è sempre stato basato su un rapporto chiaro e trasparente». Adesso la strada da cui era partito («socialista fino in fondo») torna verso la carreggiata storica: «Ma questo non vuol dire schiacciamento, in nessuna direzione. Continuerò a valutare i provvedimenti, senza preconcetti o posizioni ancorate». Con lui, a Palazzo di città, anche altri uomini di provenienza socialista. Il consigliere Filippo Gesualdi, eletto nella civica a sostegno di Santarsiero, ha condiviso con Scarano una lunga militanza nello Sdi. E c’è chi a piazza Matteotti mormora della nascita di un nuovo gruppo: «Tecnicamente non ci sono le condizioni». Il regolamento comunale prevede la richiesta di almeno tre consiglieri, «ma se ci fossero le condizioni, ci penseremmo». Oggi «siamo a una svolta: il Psi torna autonomo dopo il dannoso schiacciamento sul Pd a cui a lungo neanche la nostra dirigenza regionale si è sottratta». Ai democratici ha sempre contestato l’aver appoggiato lo sbarramento per la rappresentanza istituzionale: «Perchè appoggiare lo sbarramento anche alle europee? Non c’era certo la necessità della “semplificazione” sbandierata alle precedenti elezioni politiche dove il Pd rifiutò l’apparentamento con i socialisti. Si è rivelata piuttosto scelta di tagliare fuori gli altri». In autonomia, («ma io socialista non ho mai smesso di esserlo») proseguirà «nel valutare ogni provvedimento con serenità». Quanto al centrosinistra «spero che si riesaminino le relazioni tra i partiti della coalizione e, a partire dal livello comunale, si lavori in sintonia e senza rapporti di supremazia o sudditanza. Insomma, chiedo solo che il confronto tra i partiti sia alla pari».

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