X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Un Mezzogiorno in recessione, un Sud ache necessita di un nuovo progetto, che parta dal rilancio delle infrastrutture, con un piano di 35 miliardi di euro, per coinvolgere quale nuova «frontiera» i settori più innovativi: questa la fotografia che emerge dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2010 presentato oggi a Roma.
Nel 2009 il Pil del Sud, spiega Svimez, è calato del 4,5%, un valore molto più negativo del -1,5% del 2008, leggermente inferiore al dato del Centro-Nord (-5,2%). Il Pil per abitante è pari a 17.317 euro, il 58,8% del Centro-Nord (29.449 euro). A sfogliare il rapporto, nel 2009 tutti i settori sono stati investiti dalla crisi: dall’agricoltura (crollo del valore aggiunto del 5%) all’industria (meno 15,8%), mentre le produzioni manifatturiere hanno segnato un calo del 16,6% e il commercio -11%. Giù anche turismo e trasporti (-3%) e intermediazione creditizia e immobiliare (-1,7%).
Due, secondo l’Associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, le cause principali dell’andamento recessivo: investimenti che rallentano, famiglie che non consumano. Queste ultime infatti hanno ridotto al Sud la spesa del 2,6% contro l’1,6% del Centro-Nord. Mentre gli investimenti industriali sono crollati del 9,6% nel 2009, dopo la flessione (-3,7%) del 2008.
La «frontiera Sud» rende più che mai urgente la realizzazione di grandi infrastrutture dei trasporti, condizione necessaria e imprescindibile per il rilancio dell’economia meridionale. La Svimez stima un costo di 49 miliardi di euro, di cui 11 miliardi già disponibili e quasi 38 da reperire, da dedicare al potenziamento dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria e della Statale «Jonica»; la realizzazione di nuove tratte interne alla Sicilia; l’estensione dell’Alta Capacità; il Ponte sullo Stretto.
Forme di finanza di progetto e di partenariato pubblico-privato gli strumenti più adatti al reperimento delle risorse. Secondo l’analisi dell’organizzazione, poi, la programmazione degli interventi strategici per il rilancio del Sud andrebbe affidata a una Conferenza delle Regioni meridionali, in stretta relazione con la Presidenza del Consiglio. I due soggetti costituirebbero una sorta di «Consiglio per la coesione nazionale» deputato a impegnarsi in pochi grandi progetti strategici prioritari. Accanto, un’Agenzia indipendente di natura tecnica, di supporto operativo alle decisioni del Consiglio, e destinata alla progettazione. C’è, in più, come settore su cui puntare, la Green economy. Dal 2000 al 2008 la potenza degli impianti e l’elettricità prodotta con le rinnovabili al Sud è cresciuta in modo rilevante. Nel periodo in questione la potenza è cresciuta del 108% nel Mezzogiorno e l’elettricità prodotta del 151%, staccando di 3 e 4 volte il dato nazionale (rispettivamente 31% e 15%).

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE