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di Pietro Scognamiglio
ADESSO bisogna solo trovare i soldi e le persone pronte a rilanciare il calcio a Potenza. Probabilmente ripartendo dalla D, visto che al Sindaco Vito Santarsiero, a colloquio ieri mattina con il segretario generale della Lnd, Massimo Ciaccolini, è stato detto che “si può fare”.
EQUIDISTANZA Nella nota diffusa dall’ufficio stampa del Comune, in realtà, il primo cittadino ha mantenuto un profilo altamente istituzionale, augurandosi “un esito positivo del ricorso al Coni del Potenza Sport Club per conservare in città il calcio professionistico”. Ovviamente, farebbe piacere a tutti. Santarsiero ha anche appreso dai dirigenti della Lnd che esiste (pur senza grande fondamento, ndr) una richiesta di ammissione al massimo campionato dilettantistico anche da parte dell’attuale società, che ritiene di poter ottenere un paracadute nel caso di definitiva esclusione dalla Lega Pro. In merito, il Sindaco ha espresso l’auspicio “che possa essere accolta la richiesta di ammissione in D presentata dal Potenza Sport Club”. Una posizione ufficiale necessaria e condivisibile, considerando che al momento di società che rappresenta la città ce n’è ancora una sola, per quanto navighi per mari in tempesta.
LA SECONDA VIA Ma non è difficile intuire che l’obiettivo della missione romana di Santarsiero (che ha incontrato anche Andretta, come raccontiamo nel box) era un altro. Ottenere la conferma, in caso di sparizione del Potenza Sc, di poter tentare il rilancio del calcio a partire dalla serie D, con una società nuova di zecca chiamata però ad accollarsi nell’immediato l’onere di un versamento a fondo perduto di 300mila Euro nelle casse federali, condizione per essere ammessi in soprannumero. “Laddove la valutazione del Coni dovesse portare ad un rigetto del ricorso – spiega Santarsiero – e il Potenza Sc non dovesse essere ammesso in D, l’Amministrazione comunale si farà carico di favorire l’iscrizione al campionato di serie D di una cosità che dovrà nascere con tale esclusiva finalità”. E lo scenario foriero di sviluppi, sicuramente, è questo.
LE TAPPE Ciò che più conta al momento è che Santarsiero ha avuto conferma diretta della legittimità – interpretando l’articolo 52 delle Noif – di una richiesta di iscrizione in D per nuovo sodalizio rappresentante la città di Potenza nel caso quello attuale dovesse in qualche modo scomparire. A scanso di equivoci, va ricordato che il parere della Lnd non è vincolante per il Presidente Federale, che sulla procedura in questione ha l’ultima parola. Già l’estate scorsa la domanda di ammissione in D delle nuove società costituite a Pistoia e San Benedetto del Tronto ricevette un parere di legittimità favorevole dal presidente Lnd Tavecchio, salvo poi arenarsi in Consiglio Federale quando si preferì differenziare la situazione di chi aveva perso la Prima Divisione (Avellino) da quella di chi aveva perso la Seconda (appunto Pistoiese e Samb). Ma le condizioni quest’anno possono essere molto più favorevoli, in virtù dell’elevato numero di società escluse che innescherà meccanismi di ripescaggio a catena. Alla Figc, fattore non marginale, potrebbero fare assai comodo i 300mila euro a fondo perduto che la nuova società del Potenza andrebbe a versare, vincolati all’utilizzo a favore del calcio giovanile. Ovviamente, il passaggio fondamentale per farsi trovare pronti quando verranno indicate le scadenze è costituire la società. Come si può desumere dalla nota del Sindaco, i soggetti eventualmente interessati comunque aspetteranno l’esito del ricorso al Coni inoltrato dal Potenza Sc, di cui parliamo ampiamente a fianco. Ma diventa necessario in ogni caso accelerare i tempi per la costituzione del nuovo soggetto che prima dovrà chiedere l’affiliazione alla Lega Dilettanti, per poi essere accompagnato dalle referenze del primo cittadino verso la serie D.
GINEFRA Nel frattempo può solo giovare alla questione il ritorno di Peppino Ginefra in sella all’assessorato allo sport, settore di sua specifica competenza. “Ho appena ripreso in mano la delega – ci spiega – ma sono pronto a dedicarmi anima e corpo ad una vicenda che interessa ai tanti appassionati dei colori rossoblu. In un modo o nell’altro l’importante è che a Potenza si continui a parlare di calcio, se per farlo si dovrà arrivare a costituire una nuova società siamo pronti allo sforzo come Amministrazione, bisognerà in ogni caso fare presto a concretizzare i tanti contatti avviati dal Sindaco, che ha ottenuto disponibilità da vari imprenditori che però devono concretizzare il loro interesse”. E’ il tempo dei fatti e non più delle chiacchiere.
LA STRADA POSTIGLIONE- SARA’ ancora il Coni a decidere il futuro del Potenza Sport Club. Le residue speranze di ammissione alla Seconda Divisione della società rappresentata dall’amministratore Rocco Galasso passeranno domani attraverso l’udienza fissata alle 17 presso l’Alta Corte, ultimo grado della Giustizia Sportiva competente sulle iscrizioni ai campionati. Insieme a quella del Potenza Sport Club, verranno valutate le istanze sollevate dall’Ancona (esclusa dalla B) e dalla Sangiustese, che condivide con la società rossoblu il fardello dell’esclusione dalla vecchia C2.
LEGITTIMITA’ L’Alta Corte è un organo a composizione fissa (non ci sono gli arbitri come al Tnas, ndr), dove siedono giuristi di primaria importanza. Il presidente è Riccardo Chieppa, ex presidente della Corte Costituzionale. Completano il collegio professori universitari quali Alberto de Roberto, Giovanni Francesco Lo Turco, Massimo Luciani e Roberto Pardolesi.
Sono ammesse la parte istante (il Potenza, difeso da Franco Andretta, legale di Postiglione nel processo penale al debutto assoluto nella giustizia sportiva) e la parte intimata, cioè la Figc. E’ l’articolo 21 del codice dell’Alta Corte a sancire la competenza dell’organo “contro i provvedimenti del Consiglio Federale Figc in tema di iscrizione ai campionati nazionali di calcio professionistico”. I magistrati del Coni si esprimeranno con procedura d’urgenza, comunicando il dispositivo alle parti entro il giorno successivo. E’ presumibile che già nella serata di domani si possa sapere qualcosa, in ogni caso non si andrà oltre venerdì. Il giudizio, come detto, è di legittimità. “In subordine alla riammissione in Seconda Divisione – ha spiegato Andretta – abbiamo chiesto di poter essere iscritti almeno alla serie D”. Ma è difficile che ciò possa avvenire. L’Alta Corte dirà solo se la decisione del Consiglio Federale che ha escluso i rossoblu dai professionisti è legittima e fondata, lasciando al presidente federale Abete il compito di assegnare eventualmente ad un nuovo campionato la società esclusa.
LE MEMORIE Fino a mezzogiorno di oggi gli avvocati delle parti sono autorizzati a scambiarsi via mail le memorie difensive che verranno poi discusse di fronte alla Corte. I difensori “titolari” della Figc sono Luigi Medugno e Mario Gallavotti, che si avvalgono della collaborazione dei giovani colleghi Letizia Mazzarelli e Stefano La Porta. Con tutta probabilità, da quel che si apprende, lo scambio di cortesie non andrà in porto.
La tesi difensiva della Figc si basa sulle stesse argomentazioni con le quali il Consiglio Federale ha respinto la lacunosa domanda di iscrizione della società rossoblu. Tra le altre cose mancano le liberatorie dei tesserati, mancano gli accordi di rateizzazione per Iva ed Enpals, manca la fideiussione richiesta a garanzia. Andretta risponderà con le stesse pezze d’appoggio alle carenze della domanda. Ci si appiglierà alla fideiussione da 1,2 milioni di Euro utilizzata per il ripescaggio dell’estate scorsa e bloccata fino ad ottobre e ai crediti vari (174mila Euro dal Livorno per Di Bella più la mutualità e diritti tv dalla Lega di Firenze, ndr) non pervenuti per le tormentate vicende dei conti bancari intestati al Potenza.
UNA TAPPA VERSO IL TAR Lo stesso Andretta, pur senza esporsi troppo, lascia trasparire una fiducia non eccessiva nell’esito del ricorso. “E’ un atto dovuto – dichiara il legale – sotto amministrazione giudiziaria siamo tenuti a fare tutte le mosse istituzionali finalizzate a salvare il patrimonio”. Ma è troppo esperto, il penalista potentino, per lasciarsi prendere da facili entusiasmi. Il passo successivo, nel caso dovesse andar male, è rivolgersi alla giustizia amministrativa, nello specifico al Tar del Lazio dove l’anno scorso si sono arenate le speranze della vecchia Ac Pistoiese, difesa dagli avvocati Chiacchio e Cozzone ben noti agli sportivi potentini. Il Tar dovrebbe esprimersi, in ogni caso, entro il Consiglio Federale già convocato per il 5 agosto prossimo.
Ultima speranza per salvare la società attualmente esistente potrebbe essere il Consiglio di Stato. Tornando invece su temi già sviscerati nei giorni scorsi, ricordiamo che l’approdo naturale di una società non ammessa ai campionati professionistici e non in regola con le pendenze nei confronti dei tesserati è la Terza Categoria, ovvero il gradino più basso dell’ordinamento calcistico italiano. Solo una decisione estemporanea, in virtù dell’insindacabile potere discrezionale che in materia può esercitare il presidente federale Abete. potrebbe riservare un destino diverso (D o Eccellenza) alla matricola di un Potenza Sc escluso definitivamente.
p.s.

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