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di ANTONIO CORRADO

Quattordici mesi di indagini serrate, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine tarantine, portarono, nel giugno 2009, a una maxi retata che decapitò una banda di spacciatori ramificata tra il Tarantino e l’hinterland materano. A un anno dagli arresti, sono iniziate nei giorni scorsi le udienze a carico di alcuni degli indagati. In particolare, il Tribunale di Matera (presidente Lanfranco Vetrone, giudici a latere Roberto Spagnuolo e Lelio Fabio Festa) ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa, Rocco Benedetto e Salvatore Farina, entrambi di Pisticci, coinvolti nell’inchiesta denominata “Diogene” della Direzione Antimafia di Potenza per reati legati al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. La pena è stata patteggiata dai difensori Amedeo Cataldo e Alfonso D’Alessandro con il pubblico ministero della Dda Laura Triassi. Il blitz ha coinvolto la Squadra mobile di Matera, il commissariato di Pisticci unitamente ai colleghi tarantini, portando all’arresto di 8 persone, e 2 minorenni consegnati al tribunale per i minori. All’epoca dei fatti, fu sequestrata anche una Renault Megane, utilizzata per gli spostamenti della banda. Gli episodi criminosi risalirebbero alla fine del 2007, quando durante un’operazione di controllo fu sequestrato un quantitativo minimo di hashish a Marconia di Pisticci; gli investigatori, però, non banalizzando la vicenda a un’azione circoscritta, avviando un’indagine fatta di appostamenti, rilievi ambientali, intercettazioni telefoniche che hanno rivelato un traffico di droga hashish, marjuana e cocaina a Marconia. Balzava all’occhio il dato che buona parte dei consumatori erano minorenni e che lo spaccio avveniva all’interno di una scuola superiore e, peggio, non c’era stata alcuna segnalazione da parte dei funzionari scolastici preposti al controllo e a vigilare all’interno dell’istituto. Secondo quanto accertato dagli investigatori, lo spaccio avveniva attraverso minori-studenti dello stesso istituto che fungevano da pusher, il pagamento spesso era in natura, ovvero in cambio del lavoro effettuato ottenevano l’equivalente in dosi di droga. Per dieci minori, residenti di Marconia e studenti dell’istituto superiore, è stata disposta la segnalazione all’Autorità giudiziaria perchè assuntori di sostanze stupefancenti. Gli investigatori hanno scoperto che è stata anche incendiata, a fine 2008, la vettura di un “cliente” della banda a scopo intimidatorio, perchè ritenuto un’informatore della polizia. Parte fondamentale della banda erano due ragazze. Il loro ruolo era di corriere, tra Taranto e Marconia-Pisticci, convinte che le prestanze e le grazie femminili le avrebbero aiutate a eludere controlli da parte della polizia. Una volta nel loro territorio di smercio operavano anche da pusher. Il capo della banda, classe 1987, è un pregiudicato già noto alle forze dell’ordine. Il giro di affari solo durante le indagini, per la banda ormai consolidata sul territorio di Marconia, è stato di circa 250mila euro. A fine indagine circa 70 i capi di imputazione totale, di cui 65 per detenzione, trasporto e cessione di stupefacenti ai fini di spaccio e gli altri per reati contro il patrimonio. Cinque erano già detenuti, due agli arresti domiciliari e un obbligo di dimora. La banda è stata classificata come “associazione stabile ai fini di spaccio”, perchè per tutto il periodo delle indagini hanno dimostrato stabilità nell’azione criminosa e la volontà di perseguire.

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