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La riesumazione del corpo e lo svolgimento di un incidente probatorio è stato chiesto dall’avv. Elio Massimo Iozzo, legale della famiglia di Aldo Maria Cantafio (in foto) l’uomo di 41 anni morto nelle settimane scorse a Catanzaro per una overdose di droga. In particolare il legale chiede al pm Alberto Cianfarini, titolare dell’inchiesta, di accertare la compatibilità di alcune ecchimosi trovate sul braccio sinistro di Cantafio con una stretta provocata da altri per fare affiorare le vene sul braccio e effettuare l’iniezione di stupefacente. Per la morte di Cantafio sono state arrestate due persone, Franco Simone Bevilacqua e Fabio Critelli, accusati di morte come conseguenza di un altro reato perchè sospettati di avere ceduto la dose mortale di droga a Cantafio. Per la famiglia, però, si tratta di un omicidio volontario.
L’accertamento, secondo l’avv. Iozzo, è «determinante al fine di una rimodulazione del capo d’imputazione in omicidio volontario tenuto conto del fatto che è l’unico foro rinvenuto sul braccio sinistro e che Cantafio stesso, in base a prove già fornite, assumeva sostanza stupefacente secondo diverse modalità che escludevano, per un fatto di costituzione fisica, la possibilità di inoculazione dalle braccia». Il legale evidenzia quindi che «l’incidente probatorio comporta la riesumazione del corpo e l’indagine del consulente del pm e del consulente di parte nominato da parte della famiglia Cantafio e l’analisi delle ecchimosi per la compatibilità evidenziata».

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