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di GIOVANNI MARTEMUCCI
L’APPROVAZIONE del regolamento urbanistico è una priorità assoluta, una lotta contro il tempo che serve a rimettere in moto i processi economici della città.
È quanto emerso ieri durante il convegno di presentazione delle linee guida di questo importante strumento di programmazione urbana, fermo nei cassetti del Comune dal 2007.
Da allora non si rilascia nessun permesso a costruire.
Questo stop forzato ha fatto impazzire il mercato della casa a Matera: in alcuni casi si sfiorano gli stessi prezzi di metropoli come Roma e Milano.
«Non possiamo permanere in questo stallo – ha detto l’assessore comunale all’urbanistica, Pierfrancesco Pellecchia – per cui abbiamo deciso di prendere come perimetro di riferimento del Regolamento Urbanistico quello del vecchio Piano regolatore generale del 1999.
Questo per evitare altri ritardi in modo da poterlo adottare nel giro di 4 o 5 mesi».
Una previsione forse troppo ottimistica quella dell’assessore se si considera che l’adozione del Regolamento Urbanistico deve passare in consiglio comunale, quindi occorrerà prima superare le beghe interne alla maggioranza.
«Il piano in questione – ha detto il progettista Gianluigi Nigro – è uno strumento che, se ben gestito, consente di rimettere in moto le attività che ora sono ferme.
Si può ritornare al Prg del 1999 per rimettere in circolazione quelle idee bloccate essenzialmente per motivi geologici. Ovviamente si deve rimodulare la normativa integrandola con una serie di contenuti ambientali inerenti il risparmio energetico. Occorre anche impostare i quartieri secondo i nuovi metodi di programmazione urbanistica tenendo in considerazione lo strumento della perequazione che riveste grossa importanza in un momento in cui le risorse della pubblica amministrazione sono scarse».
Tenere in considerazione le fasce sociali più deboli nel processo di programmazione è stato un altro aspetto su cui si è discusso molto nell’incontro di ieri. «La legge consente di destinare il 5% ad edilizia economica e popolare – ha sottolineato il leader dell’opposizione Angelo Tosto – il che consentirebbe di realizzare quasi 500 alloggi. Basterebbe solo applicare la legge per dare una risposta concreta alla domanda di housing sociale. Ma sarebbe anche un modo per distribuire lavoro in maniera equa ad imprese grandi e piccole creando un modello di economia diffusa, l’unico che può far ripartire questa città. Aspettiamo che il consiglio comunale si costituisca per discutere, partendo dal presupposto che il vecchio modo di programmare la città è ormai sconfitto. Sconfitto dall’emergenza in cui versa la città e dalle logiche del mercato. Se si vuole manomettere questo piano si fa un danno alla città perché nuove espansioni significano nuovi costi di gestione e nuovi servizi urbani da implementare. Un costo che il Comune non può sostenere». Il presidente dell’Ordine degli Architetti di Matera, Eustachio Vincenzo Olivieri ha espresso soddisfazione per l’invito a mettere al centro del dibattito cittadino la questione urbanistica a Matera. «Temiamo che l’assenza e il ritardo di una strumentazione urbanistica – sostiene Olivieri – possa alimentare la produzione di progetti di trasformazione del territorio slegati da una visione organica dell’assetto futuro della città. Situazione paradossale se raffrontata al periodo in cui Matera diventò un positivo esempio di laboratorio urbanistico a livello nazionale e dotata del primo Piano Regolatore Generale a pochi anni dall’approvazione della Legge Urbanistica fondamentale del 1942. La nuova Pianificazione Urbanistica può dunque affrontare e risolvere le problematiche della città contemporanea occupandosi di infrastrutture, di mobilità e di e di trasporto collettivo; di recupero e di riqualificazione delle periferie; di qualità ambientale; di casa sociale. Tra gli strumenti possibili che possano dare risultati positivi vi è certamente quello della concorsualità, cioè procedere attraverso concorsi di progettazione».

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