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Otto condanne ed una assoluzione, nonchè il pagamento delle spese processuali ed una provvisionale di 800mila euro da corrispondere in solido con l’Asp alle parti civili. È questa la sentenza pronunciata questo pomeriggio dal tribunale di Vibo Valentia nei confronti dei nove imputati di omicidio colposo per la morte di Federica Monteleone, la sedicenne morta il 21 gennaio 2007 mentre veniva sottoposta ad una operazione di appendicectomia nell’ospedale cittadino per un blackout. Pene ridotte comunque rispetto alle richieste del pm.
In particolare sono stati comminati 2 anni per l’ex dg dell’Asp di Vibo Francesco Malarico, 2 per Antonino Stuppia, titolare della ditta che eseguì i lavori nella sala operatoria, 2 per l’ex direttore sanitario dell’Asp Alfonso Luciano, 1 anno e 4 mesi per l’ex consulente Asp Antonio Bruni, 2 per Roberto de Vincentis, responsabile attività tecniche dell’Asp, 1 anno e 4 mesi per Giuseppe Nicola Gradia, responsabile del procedimento per l’affidamento dei lavori in sala operatoria), 1 anno e 4 mesi per il direttore sanitario dello Jazzolino Pietro Schirripa, 1 anno e sei mesi per il dott. Francesco Costa, anestesista. Assolto invece Matteo Cataudella direttore sanitario dei presidi ospedali unificati. Pena sospesa per tutti gli imputati.

I GENITORI DI FEDERICA
Pino Monteleone e Maria Sorrentino hanno pianto e si sono stretti in un lungo abbraccio alla lettura della sentenza di condanna di otto dei nove imputati del processo per la morte della figlia, deceduta nel 2007 dopo un intervento di appendicectomia. «Dopo questa sentenza – ha detto Maria Sorrentino – si può dire che a Vibo Valentia non ci sono più impuniti. Nessuno si può permettere di sbagliare. Il mio dolore non si attenua perchè un sepolcro avevo ed un sepolcro mi è rimasto, ma questa sentenza è importante per il suo valore simbolico».
«Attendevamo giustizia – ha detto, da parte sua, Pino Monteleone – è giustizia c’è stata. Mi fa piacere perchè abbiamo sempre creduto nella giustizia. I colpevoli sono usciti fuori, ma ce ne sono altri. Andremo avanti nella nostra lotta per smascherarli perchè chi ha sbagliato deve andare a casa».

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