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Dieci ordinanze di custodia cautelari ed un sequestro di beni per dieci milioni di euro; questi i numeri di un’operazione compiuta stamani dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria nei confronti di affiliati alla cosca Bellocco di Rosarno. I reati ipotizzati sono associazione mafiosa, favoreggiamento personale, porto e detenzione illegale di arma da fuoco. L’operazione chiamata in codice «Pettirosso» – secondo i carabinieri – ha ricostruito il circuito criminale che aveva favorito la latitanza di Gregorio e Carmelo Bellocco, vertici dell’omonima consorteria, catturati tra il 2005 e il 2007 ed inseriti nei trenta più pericolosi ricercati italiani.
Oltre all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, i carabinieri hanno sequestrato un patrimonio stimato dieci milioni di euro.
Oltre agli arrestati i carabinieri hanno sottoposto a sequestro terreni e immobili dove, per agevolare la latitanza di quattro pericolosi ricercati, tra cui i Bellocco, erano stati costruiti quattordici bunker. In queste proprietà si svolgevano anche summit mafiosi. Il sequestro ha riguardato 13 fabbricati, 67 appezzamenti di terreno agricolo e edificabile dell’estensione di 14 ettari. I rifugi, in prevalenza costruiti con container del tipo usato nel porto di Gioia Tauro, erano perfettamente attrezzati.
In uno di questi era stato catturato il boss Gregorio Bellocco. Le persone colpite da provvedimento restrittivo del giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, sono Marco Arcuri, 39 anni, Giuseppe Barbatano (66), Gregorio Bellocco (56), Michele Bellocco (50), Nicola Circosta (56), Saverio Corigliano (40), Giuseppe Fazzari (30), Rocco Fazzari (61).

Il BOSS SCRIVEVA CANZONI SULLA LATITANZA
Canzoni e poesie che raccontavano la vita da latitante, scritte da Gregorio Bellocco, furono trovate nel container dove il boss della ‘ndrangheta fu arrestato nel 2005 dai carabinieri del Ros. Il particolare è stato ricordato stamani nel corso della conferenza stampa per illustrare le indagini che hanno portato all’arresto di otto persone accusate di aver favorito la latitanza dei boss Gregorio e Giuseppe Bellocco, inseriti tra i 30 ricercati più pericolosi e catturati dal Ros rispettivamente nel 2005 e nel 2007. Al momento dell’arresto di Gregorio Bellocco era stato trovato un vero e proprio componimento in dialetto calabrese intitolato ‘Cicundatu’ (circondato).
Il testo descriveva con tutti i particolari la rocambolesca fuga di Bellocco, nel dicembre del 2003, in occasione di un’irruzione dei carabinieri in un bunker sotterraneo nelle campagne di Anoia, durante la quale era stato arrestato Carmelo Bellocco, cugino di Gregorio. Nel bunker dove fu arrestato Bellocco furono trovate anche poesie che lo stesso boss aveva scritto di proprio pugno e che raccontavano della sua esperienza da latitante.

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