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di ANTONELLA CIERVO
BRUNELLA Massenzio presidente del consiglio comunale.
Da questo punto fermo, che non rientra in alcun compromesso nè ipotesi di contrattazione, si è sviluppata ieri sera la riunione dei segretari dei partiti di maggioranza che hanno affrontato i nodi da sciogliere tra i quali, questo è certo, non c’è il nome del presidente dell’assise comunale.
Se di confronto si dovrà parlare, questo riguarderà le sostituzioni nella composizione della giunta Adduce.
Cambiamenti che saranno inevitabili e che potrebbero aprire un varco nelle fitte nebbie in cui si muove l’amministrazione. Bocche cucite, intanto, dal sesto piano di via Ugo La Malfa, mentre la data della prossima seduta del consiglio comunale slitta come un paio di sci al Sestriere.
Come in una staffetta, le voci dissenzienti si susseguono.
Ultima in ordine di arrivo è quella de La Grande Lucania che, attraverso il suo segretario cittadino, Nino Grilli , paragona il centrosinistra materano a uno scolaretto indisciplinato che non ha imparato la lezione e viene rimandato a settembre.
«Il Pd è affidato a turbolente correnti interne, ognuna delle quali intenzionata a recitare la parte arruffona, a discapito degli stessi alleati(?) che pure hanno contribuito al successo elettorale.
Presuntuosi o presunti leader, una volta conquistati seggi importanti in Parlamento o in altri enti locali, non trovano di meglio che ostacolare con i loro diktat il buon andamento degli accordi politici».
Non manca la staffilata all’opposizione.
«Centrodestra (quel poco che rimane oramai) e Liste Civiche non possono certo dichiararsi immuni da questa incresciosa situazione. Alle parole non sono capaci di far seguire i fatti!
Anzi, avanzando proposte definite provocatorie, si corre il rischio che l’inciucio sia proprio dietro l’angolo. Ma a quale prezzo da far pagare alla città?».
Nella sua analisi il segretario de La Grande Lucania non risparmia gli altri componenti della coalizione di maggioranza: «Gli altri “satelliti” del Pd – scrive – si dibattono tra gli “appetiti” del potere ed una questione morale che sfugge – a quanto pare – alle loro più intime convinzioni. Ma – viene de chiedersi- fu vera gloria quella uscita, anche se in maniera così controversa, dalle urne in occasione del rinnovo del Consiglio Comunale? Probabilmente no.
E’ la risposta più convincente, malgrado il sindaco Adduce continui a gettare acqua su di un fuoco che continua imperterrito ad ardere e a bruciare le speranze dei cittadini materani».

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