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VIGGIANO – Era di Napoli e lavorava a Moliterno. Mentre qualcuno da Moliterno andava a Napoli per rifornirsi di droga, e il 10 luglio dell’anno scorso gli avrebbe dato l’ultima dose di eroina della sua vita.
Non si sa se fosse stata tagliata male, o fosse troppa per il suo livello di tolleranza, fatto sta che quel ragazzo è morto, e da allora i carabinieri non hanno smesso di lavorare fino a un paio di mesi fa quando hanno consegnato il risultato delle loro attività nelle mani del magistrato competente.
All’alba di ieri mattina i paesi della Val d’Agri si sono svegliati nel bel mezzo di un’operazione antidroga come non se ne vedevano da anni. Almeno una trentina i militari impegnati delle compagnie di Viggiano, Senise, e del nucleo cinofili di Tito.
Gli arrestati sono in tutto otto, tre dei quali ai domiciliari: Nicola Pascale, 24 anni di Marsicovetere; Rocco Alberti, 39 anni di Moliterno; e Francesco Pierri, 28 anni di Grumento Nova.
Altri cinque sono stati accompagnati nella casa circondariale di Sala Consilina. Sono Giuseppe Serra, 25 anni di Moliterno, Rocco Gianni Caruso, 32 anni di Sarconi; Biagio Lanzotti 43 anni di Moliterno; Antonio Lattaro, 22 anni di Grumento; e Alessandro Mastrangelo, 24 anni di Moliterno.
L’accusa per tutti è di detenzione di sostanze stupefacenti, soprattutto eroina e hashish, a fini di spaccio in concorso, e sembra che la maggior parte di loro avesse già precedenti per reati dello stesso tipo.
L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Lagonegro, ma al vaglio dei magistrati ci sarebbero ancora le circostanze di quella morte per overdose, su cui si conta di riuscire a chiudere il cerchio dopo gli interrogatori dei prossimi giorni.
Le indagini sono state condotte “alla vecchia maniera” dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Viggiano ai comandi del capitano Sabato D’Amico.
Ovviamente non sono mancate intercettazioni telefoniche, e analisi dei tabulati sulle utenze della vittima per rintracciare gli ultimi contatti, e cercare di localizzare l’ultimo incontro della vittima con il suo spacciatore, ma a far la parte del leone questa volta sarebbe stato il classico lavoro su strada con servizi di osservazione, pedinamento e raccolta di informazioni sul territorio, anche da fonti confidenziali.
Così sarebbe emersa, ben delinata, una fitta rete di spaccio su tutta l’area della Val d’Agri di cui i soggetti finiti in carcere sarebbero stati gli artefici principali, con tanto di trasferte organizzate verso i supermarket di sostanze stupefacenti nella periferia del capoluogo partenopeo.
Uno degli arrestati è stato preso in custodia dai militari della compagnia di Viareggio, in provincia di Lucca.
Sembra che si trovasse a Forte dei Marmi dove da qualche settimana lavorava come cameriere.
Leo Amato

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