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Un gruppo di lavoratori è salito sul tetto dell’assessorato regionale al lavoro e sta protestando per chiedere che l’assessore al ramo, Francescantonio Stillitani, fissi un incontro. I lavoratori hanno presidiato per tutta la notte l’assessorato, ma ad oggi non c’è alcun incontro fissato.
In particolare si tratta dei lavoratori impegnati in attività di recupero di siti degradati provenienti da San Giovanni in Fiore, Longobucco ed altri centri montani della regione.
Il vice sindaco di San Giovanni in Fiore, Salvatore Audia (in foto), ha evidenziato che «allo stato attuale anche il tavolo istituzionale non è confermato perchè l’assessore regionale al lavoro non è a Catanzaro. I lavoratori per disperazione sono saliti sul tetto in modo da protestare ancora più vibratamente».
«E’ senz’altro riprovevole l’atteggiamento dell’Assessore regionale al Lavoro Stillitani che ancora oggi dopo più di 24 ore di presidio della sede di Catanzaro da parte di circa 400 lavoratori ex Sial e cooperative di San Giovanni in Fiore e di Longobucco, dei rappresentanti sindacali di Cisl, Confsal e Ugl, dei Sindaci Antonio Barile e Luigi Stasi, degli Amministratori Barile, Audia, Iaquinta, Gammuto e Zubaio, non si degna di fissare una riunione». Lo afferma il sindaco di Longobucco, Luigi Stasi.
«Una riunione – aggiunge – per assumere decisioni risolutive in merito alla remunerazione del sussidio mensile, sospeso da sei mesi, ed al discorso dell’avvio di attività lavorative su base progettuale. Questo atteggiamento è un segnale negativo di come la Giunta insediatasi da poco, intende riferirsi e rapportarsi alla questione occupazionale della Regione oppure è il sintomo che l’esecutivo non ritiene opportuno confrontarsi con le forze sociali ed istituzionali su alcune questioni aperte, in quanto ha già maturato decisioni proprie, negative? Resta, comunque, la constatazione che tale comportamento sta esasperando gli animi dei lavoratori e che è necessario ed urgente che la situazione venga sbloccata al più presto per evitare che degeneri in forme di protesta più incisive».

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