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di VITTORIO LAVIANO In un caldo soffocante si è svolta ieri davanti i cancelli di ingresso della Fiat Sata di San Nicola di Melfi la conferenza dei sindaci dell’area Vulture Alto Bradano.
I primi cittadini hanno scelto il cambio del turno più numeroso degli operai, alle quattordici, per questo gesto di solidarietà ai tre lavoratori licenziati dalla casa automobilistica torinese, riammessi dal giudice del lavoro, Minio, ma che non hanno mai fatto ritorno sulle linee di produzione a causa delle scelte dell’azienda.
Di fronte al gazebo improvvisato, allestito con teli azzurri, vi erano i gonfaloni dei comuni di Rionero in Vulture, Atella, Acerenza, Avigliano, Banzi, Barile, Bella, Genzano di Lucania, Ginestra, Lavello, Maschito, Montemilone, Rapolla, Rapone, Ripacandida, Ruvo del Monte, San Fele, Venosa. Con i rispettivi sindaci: Antonio Placido, Roberto Telesca, Rossella Quinto, Vito Summa, Nicola Vertone, Giuseppe Mecca, Salvatore Santorsa, Pasquale Vertulli, Fabrizio Caputo, Antonio Annale, Antonio Mastrodonato, Gennaro Mennuti, Michele Sonnessa, Felicetta Lorenzo, Giuseppe Annunziata, Donato Romano, Gerardo Fasanella e Bruno Tamburiello.
I tre operai metalmeccanici diventati, loro malgrado, protagonisti di questa vicenda hanno accolto favorevolmente l’iniziativa istituzionale perché: «Sentire la vicinanza di un’intera Regione – spiega il dipendente, Giovanni Barozzino – rappresenta un grande piacere ed è importante per la nostra causa. Da tempo chiediamo che Sata non rappresenti un corpo estraneo al territorio e questa manifestazione è il migliore esempio possibile di integrazione e solidarietà per migliaia di lavoratori».
Per il collega di Rionero in Vulture, Antonio Lamorte, che spera di poter tornare presto sulla catena di montaggio: «I primi cittadini di quest’area – conferma – stanno semplicemente cercando di riaffermare il principio della legalità in Italia dove non dovrebbe essere possibile disattendere la sentenza di un magistrato».
Marco Pignatelli, terzo operaio licenziato «sentire la vicinanza delle istituzioni localici regala la forza per andare avanti. La conferma che stiamo portando avanti una battaglia giuridica più che giusta».
Durante la conferenza di ieri i sindaci hanno letto un documento, firmato congiuntamente, nel quale si esprime preoccupazione per la situazione determinatasi ed in ossequio alle parole del Presidente della Repubblica, Gorgio Napolitano si auspica una rapida soluzione dell’intera vertenza. Gli amministratori locali, inoltre, invitano la Sata a dare attuazione al provvedimento del giudice di Melfi per un immediato reintegro degli operai in attesa della complessiva definizione giudiziaria. Nel confermare che la posizione assunta dai sindaci corrisponderebbe al diffuso sentimento dei cittadini rappresentati, infine, i sindaci hanno invitato le istituzioni provinciali e regionali ad assumere analoghe iniziative che contengano un monito per l’azienda affinché rispetti quanto disposto dal giudice. Nella zona industriale più nota della Basilicata ieri c’erano anche esponenti politici di diversi schieramenti tra cui il segretario lucano del Psi che, nell’esprimere preoccupazione per il momento delicato attraversato dal mondo del lavoro lucano ritiene: «Importante è il rispetto delle leggi – spiega il coordinatore del Psi, Livio Valvano – perchè mentre Marchionne svolge il suo lavoro di manager resta fondamentale che in questa vicenda le organizzazioni sindacali, l’azienda e la politica sappiano confrontarsi costruttivamente».
Il segretario della Fiom di Basilicata, Emanuele De Nicola, ha apprezzato l’iniziativa dei sindaci: «Questo dimostra come le istituzioni democratiche – commenta il sindacalista – sanno tutelare i cittadini che poi sono anche i lavoratori della Regione».
Infine il segretario giovani del Pd lucano, Giovanni Casaletto, ha confermato: «Non è con lo scontro che si possono trovare soluzioni condivise – conclude – mentre è invece necessario riaccendere i riflettori sulla questione lavoro in Basilicata».
Positivo anche il commento del segretario della Cgil, Antonio Pepe: «La partecipazione delle istituzioni locali alla battaglia per il ripristino della legalità, e nello specifico per la piena applicazione della sentenza di reintegro, emessa dal giudice del lavoro di Melfi – ha detto il segretario – anche alla luce dell’intervento del Capo dello Stato, è un segnale forte che va oltre la solidarietà e alimenta un ampio schieramento di forze istituzionali che chiedono alla Fiat di far rientrare i tre lavoratori sul posto di lavoro in modo da ripristinare il sistema dei diritti e delle relazioni democratiche all’interno dell’azienda. È forte, quindi, la preoccupazione che gli amministratori locali hanno voluto esprimere per il futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento industriale più importante della nostra regione. Siamo convinti che questo sia il modo corretto per portare avanti una battaglia non solo per la piena affermazione dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori, ma anche per il ripristino delle condizioni di legalità per l’intero territorio lucano».

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