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di LEO AMATO
POTENZA – Mancava un «riscontro concreto» alle accuse della Direzione distrettuale antimafia, scrive il gip Luigi Spina.
Il Gico della guardia di finanza aveva fatto accertamenti in tutta Italia e la movimentazione dei conti bancari risultava «del tutto inconsistente e incompatibile con il profilo imprenditoriale del patron del Potenza sport club». Per questo si è deciso di estendere le ricerche oltreconfine. In gergo si dice: “buttare la rete”.
In pratica si mette in moto l’Interpol che contatta tutti i maggiori istituti di credito del mondo. Poi si aspetta una risposta.
Sono occorsi quasi nove mesi, e alla fine i soldi sono spuntati fuori in un conto corrente nel principato monegasco: 412mila euro e rotti, versati da dicembre del 2008 a novembre del 2009, quando è scattata l’operazione “Ultimate” dei militari del Nucleo investigativo dei carabinieri di Potenza.
È tutto nell’ordinanza del gip Luigi Spina notificata ieri mattina a Giuseppe Postiglione, il titolare del conto Palma01 della Banque de Gestion Edmond de Rothschild di Monaco.
“Palma” come la mamma di Postiglione, e la sua bambina.
“01” perchè dev’essere il primo, ma a questo punto si sospetta che non sia nemmeno l’unico esistente.
Per l’accusa è un punto molto importante.
Finora, scrive il gip: «L’esito negativo delle indagini è evidente che svolgesse anche un ruolo “difensivo” in ottica indiziaria, laddove a fronte di tali dichiarazioni (qui si fa riferimento a quelle dei testimoni che hanno raccontato il giro di scommesse del Patron del Potenza sport club. ndr) che lasciavano presumere un introito particolarmente significativo(…) faceva riscontro una situazione patrimoniale del Postiglione del tutto inidonea a confermare tali illeciti profitti».
Poi prosegue: «A sovvertire tali risultanze, tuttavia, oggi depongono le note dell’Interpol dalle quali risulta inequivocabilmente come il Postiglione abbia accantonato a partire dal 12 dicembre del 2008 in conti accesi nel principato di Monaco (elemento particolarmente significativo) e con versamenti periodici, l’ingente somma di 400mila euro, somma che sotto il profilo indiziario e dunque anche in relazione alla sussistenza del fumus appare assolutamente compatibile con il contenuto accusatorio degli altri elementi a carico del Postiglione(…) Ma l’entità della somma, superiore a quella minima dimostrata per tabulas pari a 185mila euro, rende evidente come altrettanto confermata appaia l’ipotesi d’accusa del pm in relazione a un vero e proprio sistema esistente fra il Postiglione e altri indagati in relazione a puntate e scommesse su partite combinate. Il deposito della somma di 400mila euro infatti, accumulata guarda caso – è scritto proprio così – tra la fine del 2008 e il 2009 (evidentemente prima dell’arresto del Postiglione a fine novembre 2009) rende edotti e conferma la ripetività, e dunque la sistematicità, di quelle operazioni illecite, secondo quanto riferito da De Angelis (ex collaboratore di Postiglione e testimone dell’accusa. ndr), e appare assolutamente proporzionata allo schema da quest’ultimo descritto, (puntate settimanali con vincite di circa il doppio della posta mai inferiore a 4mila euro) considerando il periodo di più di un anno (a far data dall’aprile del 2008) lungo il quale l’attività illecita di Postiglione in accordo con gli altri associati si è concretizzata».
E pressapoco a ogni vincita sarebbe seguito il versamento di somme tra i diecimila e i ventimila euro in quelle che nel gergo degli investigatori si chiamano “date finestra”.
«Del resto – scrive ancora il gip Luigi Spina – che la somma in questione sia certamente il frutto e dunque il profitto dell’attività illecita posta in essere da Postiglione grazie all’accordo criminoso che lo legava agli altri indagati, e quindi sia in rapporto di stretta pertinenza con tale condotta, è una circostanza desumibile non solo dal rapporto di proporzionalità e compatibilità economica e cronologica sopra dimostrato e fondato su attendibili, nell’ambito e con i limiti propri della procedura di sequestro preventivo, ma anche dalla logica e francamente univoca circostanza che se il Postiglione ha avuto la necessità di esportare un così ingente capitale, si ribadisce nello stesso periodo temporale durante il quale si concretavano le condotte illecite, al punto da rendere nulla la propria posizione patrimoniale nello Stato italiano, ciò ha fatto per un evidente e duplice ordine di ragioni: da un lato per l’impossibilità di poter giustificare con le proprie entrate lecite la disponibilità di tale somma, dall’altro per la stringente necessità di evitare per quanto possibile la agevole rintracciabilità della stessa, entrambi indici sintomatici e confermativi della provenienza illecita del capitale in questione».
Resta soltanto il dubbio sulle partite su cui il patron del Potenza calcio avrebbe puntato e vinto i soldi che sarebbero finiti volta per volta nel conto Palma01 della Banque de Gestion Edmond de Rothschild.Il gip non ne parla, ma dove fa riferimento a versamenti che arrivano a novembre del 2009 non si fa troppa fatica a intravedere possibili colpi di scena.In sostanza la scoperta del conto di Montecarlo potrebbe dare nuovo impulso a un’indagine già chiusa, e riaperta dopo che il collegio del Tribunale di Potenza aveva annullato l’atto di citazione per direttissima degli indagati.Si potrebbe ricostruire attraverso la sequenza dei versamenti e il calendario dei campionati il sistema di partite combinate e scommesse a colpo sicuro, che fino ad ora era stato appena sfiorato.

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