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di ROBERTO D’ALESSANDRO
La protesta per l’ospedale di Tinchi potrebbe arrivare a una svolta. Lo scenario è cambiato dopo la tragica vicenda di Rosalba Pascucci, la trentaduenne di Bernalda morta di parto all’ospedale di Policoro. Una storia che ha spinto i comitati in lotta per il nosocomio pisticcese a una rivalutazione delle posizioni finalizzata a esaltare i punti in comune con le proposte della politica, mettendo da parte alcune differenze di vedute, nel segno di un desiderio ben preciso: trovare per Tinchi un compromesso accettabile per un rilancio serio della struttura in tempi rapidi al fine di garantire le migliori condizioni di assistenza sanitaria per le popolazioni del metapontino. E’ in questo contesto che matura una nuova posizione ufficiali del Comitato Difesa Ospedale e dei Cittadini Attivi di Bernalda che, rinnovando la sintonia con le decisioni del consiglio comunale di Pisticci, affermano di accettare nel contempo la proposta di riordino dell’ospedale di Tinchi formulata circa un mese fa Pd di Pisticci e Marconia. «Dopo la morte della giovane mamma che ha dato alla luce due gemellini nell’Ospedale di Policoro -si legge in una nota stampa congiunta dei due Comitati- e dopo la verifica che decine di altre morti per malasanità si sono verificate e sono rimaste ignorate nel territorio, i Comitati in lotta sul tetto più alto dell’ospedale da 73 giorni, sono fortemente allarmati e preoccupati della salute di tutti i cittadini del Metapontino e dell’intera regione. Poiché la lotta per l’ospedale di Tinchi è tesa unicamente ed esclusivamente alla salute dei cittadini e al loro benessere, i Comitati del presidio accettano la proposta sanitaria del Pd sull’ospedale di Tinchi di Pisticci. Nell’interesse dei cittadini e dei loro malati, essi vogliono superare tutte le incomprensioni e gli elementi estranei alla pubblica utilità. Da un’analisi più attenta e responsabile, i Comitati ritengono che siano marginali le differenze tra la propria proposta per l’ospedale di Tinchi e quella pubblicata l’8 agosto scorso dal Pd di Marconia-Pisticci, coerente con le direttive regionali di partito. Per la drammaticità dei disservizi sanitari nel territorio e la gravità del patimento e delle ansie dei cittadini che sono nel bisogno, la proposta sanitaria del Pd per Tinchi deve avere immediata approvazione ed esecuzione. Ogni altro rinvio può essere fatale per gli ammalati». A queste condizioni sarebbe, pertanto, possibile interrompere la protesta e scendere dal tetto dell’ospedale, a patto, però, di avere garanzie nero su bianco. «A fronte di decisioni istituzionali formalmente trascritte -si legge ancora nel testo- e di interventi che avviino il ripristino dei servizi sanitari sottratti, i Comitati lasceranno il presidio sul tetto più alto dell’ospedale di Tinchi. L’ospedale è essenziale in un’area in cui la domanda sanitaria è cresciuta a dismisura. La salute pubblica e il benessere collettivo sono l’unico aspetto di desiderio e di lotta dei due Comitati. Ogni altra considerazione è fuori dai loro intenti e dalle ragioni dei loro sacrifici». La palla, insomma, passa alla politica, e in particolare a quel ruolo di mediazione che può avere il Pd locale con le istituzioni regionali e, nello stesso tempo, alla funzione che pure le istituzioni pisticcesi possono svolgere nell’ambito del loro percorso ufficializzato con la delibera del consiglio comunale e con una recente proposta portata a Tinchi dalla maggioranza di governo cittadino. Le ipotesi messe in campo, tra loro, non sono poi così differenti.

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