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Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, ha voluto commentare l’attuale situazione che sta vivendo la città di Reggio e la Calabria intera, nel corso del discorso in occasione della consegna del cero votivo alla patrona della città: «Dall’inizio di questo 2010, Reggio è tornata alla ribalta nazionale per episodi che, nei decenni precedenti, l’avevano caratterizzata in negativo. Ci domandiamo il perchè di questo ritorno al passato, di questo attacco frontale alle istituzioni democratiche ed ai suoi uomini più rappresentativi. Dall’analisi dei fatti, credo che noi tutti abbiamo il dovere di un approfondito esame di coscienza. Iniziando dalla politica, da chi, ottenendo il consenso popolare, è stato chiamato al governo della cosa pubblica. Le forze dell’antistato approfittano delle divisioni per destabilizzare, per insediarsi nei centri decisionali della vita socio – economica ed amministrativa della città».
«Solo il dissenso produce la divisione», scriveva Sant’Agostino quasi a ricordarci – ha proseguito Raffa – che ,lo scopo della politica dovrebbe essere quello di realizzare un modello sociale in cui la giustizia e l’eguaglianza ispirino le azioni di tutti gli uomini. Le precipitazioni atmosferiche dei giorni scorsi ci hanno posto davanti ai drammi della gente, vittima non solo della natura, ma anche delle omissioni di chi è deputato a governare il territorio. Nella vita di Reggio c’è un lungo elenco di priorità, nel quale, tra l’altro, troviamo nuove povertà, un diffuso disagio sociale, la potenza economia e militare della ‘ndrangheta, le scarse possibilità di lavoro per i giovani, il precariato che produce nuove sacche di disoccupazione, la difficile integrazione di quanti appartengono ad altre culture e di chi, invece, per sua scelta o per emarginazione è costretto a vivere da disadattato. Sono tutti temi che dobbiamo affrontare con coraggio e senza subdole promesse. Per aggredirli, però, la sola politica non basta. Così come non può bastare l’encomiabile attività della magistratura e delle forze dell’ordine, ai quali va tutta la nostra gratitudine, impegnati nella lotta a qualsiasi forma di criminalità, nell’efficace aggressione ai patrimoni accumulati illecitamente e nell’assicurare la sicurezza del territorio e dei cittadini. Penso che, insieme al «comitato di sicurezza» della nostra prefettura,abilmente coordinata da S.E. Luigi Varratta, dovremmo creare il «comitato dell’educazione»: una task force che analizzi i fatti e che proponga e realizzi interventi mirati alla «costruzione» del cittadino, a partire dai bambini, fino agli anziani. Un processo di formazione integrale ed integrata che non può essere appannaggio esclusivo di una singola agenzia educativa. Solo così – ha concluso – vinceremo quella cultura mafiosa che, come epidemia letale, ci infetta fin dalla tenera età».

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