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Sono stati trasmessi alla Dda di Reggio Calabria gli atti dell’inchiesta che ha portato ieri alla scoperta di sette tonnellate di esplosivo T4 in un container nel porto di Gioia Tauro. La Procura della Repubblica di Palmi, competente per territorio, dopo avere effettuato gli atti istruttori urgenti, ha trasmesso il fascicolo alla Dda, che svolgerà le indagini successive.
In ambienti investigativi è stato confermato che l’ipotesi più attendibile è che il T4, proveniente dall’Iran e diretto in Siria, mimetizzato in un carico di sacchi di juta contenenti latte in polvere, servisse per alimentare un traffico internazionale di esplosivo e non fosse destinato alla criminalità organizzata italiana. L’operazione, cominciata alla fine di agosto è proseguita fino all’accertamento della reale natura del carico. Quando gli investigatori hanno aperto il container si sono trovati di fronte all’esplosivo, già diviso in panetti.
Il T4, meglio conosciuto come ciclotrimetilene trinitramina o Rdx, è un esplosivo militare usato da quasi tutti gli eserciti del mondo ed è il maggior componente del più noto C4, in cui compaiono altri composti quali nitrocellulosa ed altri componenti inerti. Il Semtex, uno degli esplosivi il cui uso è stato spesso accertato nell’esecuzione di molti attentati, è un esplosivo a base di pentrite e T4. E a base di T4 sono stati confezionati anche gli ordigni utilizzati nelle stragi di mafia del 1992 e del 1993, da quelle in cui furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e per gli attentati di Milano, Roma e Firenze, ma anche per il disastro di Ustica e per le stragi alla stazione di Bologna e quella del Rapido 904. Ma in questo caso, anche per la provenienza e la destinazione del carico sequestrato, gli investigatori privilegiano la pista del traffico internazionale di esplosivo. Il questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona ha sottolineato nel corso della conferenza stampa svoltasi in tarda mattinata che «Gioia Tauro era soltanto una tappa». Il carico trasportato dalla nave Finland del gruppo armatoriale Msc, un gruppo italo-svizzero, e battente bandiera liberiana era partita da un porto del Mare del nord. Gli inquirenti non hanno ufficializzato il porto di partenza della nave, ma hanno escluso che la Finland sia giunta nel Mediterraneo direttamente dall’Iran. L’esplosivo sequestrato ieri a Gioia Tauro non serviva pertanto per gli scopi criminali della ‘ndrangheta, ha il questore Casabona.

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