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MATERA – UNO SMEMBRAMENTO in piena regola con settori come la direzione generale, la direzione crediti e quella commerciale che lasciano il cuore della Popolare del Mezzogiorno, Matera, e si trasferiscono in Calabria a Crotone, dove si trova il nucleo centrale dell’istituto nato dalla fusione con la Banca Popolare del Materano nel 2008.
Il progetto di ristrutturazione recentemente presentato dal gruppo e che coinvolgerà circa 20 dipendenti, è stato aspramente criticato dalla Uilca-Uil (che ha svolto un’assemblea del personale il 16 settembre e che si è rifiutata di firmare il 21 settembre un nuovo accordo con l’azienda, sottoscritto invece da Fiba Cisl e Fisac-Cgil ndr.) secondo una nota di Francesco Passarelli, segretario regionale della sigla e da Franco Coppola segretario generale della Uil «Appare in aperta e sostanziale violazione degli accordi sottoscritti al momento della fusione».
“La riorganizzazione della Direzione generale della Banca non può condannare all’involuzione economica, sociale e politica un intero territorio che ha contribuito al successo della Bpmez.” Il presidente Stella, allarmato dalla decisione del Gruppo, ha scritto ai vertici aziendali, al prefetto Monteleone, al presidente De Filippo, ai parlamentari lucani, alle associazioni imprenditoriali, alle segreterie dei partiti e alle organizzazioni sindacali locali e regionali.

“In ordine alla decisione di trasferire la direzione generale, la direzione crediti e quella commerciale della Banca Popolare del Mezzogiorno Spa esclusivamente a Crotone, – si legge nella nota a firma del presidente dell’Ente di via Ridola – ritengo di esprimere, interpretando il disappunto di tutta la comunità, fortissime preoccupazioni sul futuro di questo territorio. Non vi sono dubbi che il prezzo di una tale decisione sarebbe pagato dall’intera regione e coinvolgerebbe le realtà imprenditoriali, familiari, sociali e politiche, con gravi ripercussioni di ogni ordine e grado.”

“La minaccia, oramai acclarata, che la banca di Matera perda la propria centralità – prosegue Stella – lancia infatti l’allarme del depauperamento sostanziale di una intero territorio che rappresenta tantissimi soci all’interno della Bpmez: uomini e donne che hanno creduto in un progetto che sta perdendo gli obiettivi originali, soci che hanno contribuito a realizzare il sogno, divenuto realtà, di un soggetto bancario nazionale importante.”

«Oggi non possiamo perdere tutto questo, anche perché gli accordi alla base della fusione tra la Banca Popolare del Materano e la Banca Popolare di Crotone prevedevano la realizzazione di un progetto più solido in entrambe le città, dove i centri decisionali avrebbero continuato a svolgere il proprio ruolo strategico nei rispettivi territori di riferimento. Un sodalizio che avrebbe rafforzato l’unità e l’efficienza del nuovo Istituto di credito».

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