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Un falco lodolaio, colpito da un bracconiere alle ali, era impossibilitato a levarsi in volo, ed è stato soccorso e dato in consegna a Giuseppe Paolillo, del Wwf. Il falco, assieme ad un altro rapace, un falco pecchiaiolo, consegnato al rappresentante dell’organizzazione ambientalista in stato di forte denutrizione nei giorni scorsi, è stato accompagnato nel Centro recupero animali selvatici di Catanzaro. Entrambi i volatili, una volta rifocillati, sono stati portati dall’Anpana di Lamezia Terme, nella struttura catanzarese dove saranno curati e rimessi in condizioni di poter riprendere il volo.
«Il Wwf Calabria – afferma Paolillo – denuncia ancora una volta l’assoluta carenza di vigilanza venatoria, elemento che non può che favorire il diffondersi di ogni forma di bracconaggio, dalla caccia notturna, all’uso di lacci e trappole, dall’uso di richiami vietati, all’uccellagione con reti fino alla caccia nelle aree protette e ai danni di specie vietate. Un vero e proprio attentato continuo nei confronti di un patrimonio, quale quello faunistico, sempre più abbandonato ai predoni di turno».
«La stagione della caccia è caratterizzata ogni anno – scrive l’associazione ambientalista – dal verificarsi di casi di aperta violazione della legge in materia di tutela della fauna e disciplina dell’esercizio venatorio. Tra le manifestazioni di totale disprezzo per le norme in vigore, si registrano purtroppo i ripetuti abbattimenti di specie protette o particolarmente protette, atti di spietato bracconaggio che non risparmiano nessuna specie di volatile».
«Sono stati i coniugi Fortunato e Iole Silvaggio, nel corso di una passeggiata nelle campagne di contrada «Carrà» a ritrovare sul terreno il povero falco, impossibilitato a levarsi in volo a causa delle ferite alle ali provocate dai pallini da caccia». Il Wwf ricorda che «il Lodolaio è un velocissimo rapace dalle lunghe ali a forma di falce, che si riproduce in Italia con un numero di coppie che oscilla tra 500 e 1000 e che, al termine dell’estate , riparte per raggiungere i quartieri di svernamento dell’Africa sub-equatoriale, fucilatori permettendo».

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