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di ANDREA QUATTRONE
Berlusconi ce l’ha fatta, per ora. Lombardo, in Sicilia, pure. Deputati e senatori, con consensi e dissensi più che rumorosi, anzi rissosi, hanno votato la fiducia. Non è da escludere, perciò, aldilà delle ipotesi sui progetti futuri del centrodestra che asserisce e smentisce le elezioni anticipate e dell’opposizione che, con atteggiamenti teorici difformi non riesce a prendere atto delle nuove tendenze dell’elettorato italiano, che la stiva della barca è per il momento raddrizzata. Raffaele Lombardo in Sicilia ha raccolto da parte sua un’équipe di tecnici o tecnico-politici, parte della quale riciclata e discutibile, con l’appoggio di un Partito Democratico a ragione non unanime e garantisce di rimettere l’isola su binari legali ed evolutivi. Senza farla lunga, è di moda il nominalismo negli atteggiamenti e nei linguaggi, che vorrebbero coprire una grave crisi politica, sociale ed economica, con particolare riguardo alla chiusura di centinaia di piccole e medie imprese e alla disoccupazione generale da disperazione nel ceto povero e in quello medio arretrato. Ci troviamo, insomma, di fronte a una stagnazione che non tocca i redditi e i patrimoni alti praticata dalla maggioranza di governo e subita da una debole opposizione dei piccoli gesti di solidarietà con il mondo del lavoro che sciopera e protesta senza speranza. Dunque, una ostinazione pervicace a una politica di ridistribuzione del peso della crisi sulle classi più deboli e una incapacità delle opposizioni a unirsi su problemi così gravi e impellenti per costringere il governo a una politica economica più umana oltre che più giusta. Nessuna risposta alla distruzione dei cantieri di Castellammare per mancanza di ammodernamento e innovazione o a quei poveri sardi senza lavoro che si sono trasferiti all’Asinara. Quanti nominalismi e quante bugie on. Berlusconi nelle sue relazioni al Parlamento italiano e la botta finale sulla politica estera dalla quale sembrerebbe che lei abbia salvato il mondo mentre non riesce a salvare l’Italia. Noi ancora ci chiediamo se qualcuno possa credere alla sua accusa alla Jervolino di essere responsabile di un problema che non avete saputo risolvere e l’esempio è un termovalorizzatore fatto male o una discarica localizzata in un parco da sovraccaricare! Leonardo Sciascia, in un’intervista di trent’anni fa, a Marcelle Padovani risponde all’antica affermando sull’ideologia: “ .non era questo che ci si attendeva dai partiti marxisti (l’adeguamento al modello occidentale). Da essi ci si aspettava quello che Marx chiama ‘l’uomo nuovo’. Ed è appunto qui che hanno fallito”. Per esempio le tasse del governo Berlusconi non sono diminuite ma sono aumentate e gravano per la maggior parte sugli stipendi degli operai e degli impiegati. Ma non ci si chiedeva tanto bensì che quella parte politica traducesse in concreto ciò che Curzio Maltese scrive nel trafiletto dell’ultimo Venerdì di Repubblica, e cioè che il passaggio storico dal marxismo al moderatismo e al riformismo si concretizzasse almeno in quelle conquiste delle quali abbiamo scritto prima: il lavoro, la legalità, l’innovazione e l’università, la scuola, la solidarietà, la cultura soprattutto per coloro che scambiano la civiltà con i porci.

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