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Era lì, nei cortei. Così minuta, coperta dalla folla, ma sempre in prima linea. Era lì, una fredda serata di primavera inoltrata, davanti la chiesa della Santissima Trinità, con un cero in mano per “Una candela per Elisa”. Pronta a dimostrare che esiste una Potenza che non è omertosa. Una Potenza che vuole far luce tra le tenebre, una Potenza che vuole verità.
Stiamo parlando di una cittadina come tante, Lucia Serrano. È lei la promotrice di una petizione per intitolare la villa del Prefetto, in fase di riqualificazione, alla povera Elisa Claps, la ragazza potentina scomparsa il 12 settembre del 1993 e il cui corpo è stato ritrovato lo scorso marzo nel sottotetto della chiesa della Trinità. Una scelta neppure casuale, dal momento che Elisa abitava in quella stessa via Mazzini dove è ubicata la villa del Prefetto. E tante volte deve esserci passata davanti, deve aver guardato quel cancello.
«Il luogo perfetto – dice oggi Lucia Serrano – per accogliere quello che è stato chiamato Il giardino di Elisa, e che adesso qui, davanti la chiesa dove Elisa è stata ritrovata, non avrebbe più senso. Non c’è un fiore, è una desolazione». Un giardino naturale che permetterebbe ai potentini di ricordarsi di quella studentessa di 16 anni per sempre.
Subito dopo il ritrovamento, infatti, sulla scalinata della chiesa erano stati deposti spontaneamente dagli abitanti della città fiori, pupazzi, lettere, preghiere, cimeli vari. Spontaneamente i cittadini riponevano un fiore e spontaneamente un loro concittadino, Enzo Camardo, si era offerto di accudirli. Era nato così “Il giardino di Elisa”. Dopo svariati mesi, poi, man mano i fiori hanno iniziato a seccarsi.
Più di uno gli atti di vandalismo, denunciati dallo stesso Camardo e dall’associazione “Libera”, di don Marcello Cozzi, Libera. Fino a quando, “Il giardino di Elisa” non è esistito più. La gente, però, non ha dimenticato. Ed è per questo che Lucia si è fatta promotrice di questa iniziativa.
«Sto girando a piedi tutta la città, rione per rione – racconta – ho chiesto la collaborazione di alcuni negozianti per la diffusione di volantini e la raccolta delle firme, ma non tutti hanno acconsentito. Quando si parla di Elisa, spesso la gente tende a nascondersi, a non mettersi in mezzo».
A oggi, ad ogni modo, sono state raccolte circa un centinaio di firme. «L’augurio – dice Lucia – è che il numero delle adesioni aumenti ogni giorno di più, perché come dico io l’unione fa la forza, la forza di un popolo che continua ad essere in cammino verso Il giardino di Elisa. Ringrazio fin d’ora chiunque decida di collaborare».
Anna Martino

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