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di Anna Martino
LA puntata della trasmissione Mediaset “Lucignolo” a cui ha partecipato si intitolava “I segreti di Potenza”. E lei, a Il Quotidiano, ha aperto la porta di quei segreti. Una piccola porta in un vicolo del centro storico della città, ornata con finta edera. Ad accoglierci Lisa, il barboncino che le fa compagnia. L’ambiente è poco spazioso, ma accogliente. Un divanetto con dei cuscini, un televisore, l’angolo cucina, perfino un canarino in gabbia, e tante foto. Ritratti di quando era più giovane e il primo piano dell’artista italiana alla quale credo si ispiri: Patty Pravo. In effetti la ricorda molto.
Capelli lisci, biondo platino, carnagione di porcellana e qualche botulino di troppo. Quel tanto che le è bastato perché Alessandro diventasse Alessandra. Mi fa accomodare, da perfetta padrona di casa e mi offre un aperitivo. Inizia, così, ad aprire la scatola dei segreti. La sua storia parte da lontano. Sono gli anni novanta quando si trasferisce a Potenza e «come me – dice – non c’era nessuno, poca gente. Sono io – afferma orgogliosa – che ho fatto diventare Nadia com’è». Nadia è un altro trans di Potenza molto conosciuto. Mi mostra la foto di loro due insieme risalente a qualche anno fa e quella delle amiche che aveva prima di trasferirsi. «Guarda questa – mi dice, indicando un’amica in particolare – era stupenda». Capelli lunghi, castani, corpo da modella. «Per diventare così – mi spiega – ci vuole appena un anno tra seno, cure ormonali e quant’altro. Se poi vuoi fare l’operazione lì – indicandomi le parti basse – ci vuole più tempo, perché è necessario l’apporto dello psicologo». Se si desidera lavorare, però, meglio evitare.
«I clienti – dice – cercano questo. Molti vengono anche solo per la curiosità di vedere una donna con l’attributo maschile. A volte vogliono anche solo toccare. È il gusto della trasgressione». E non solo. «Tanti – dice – preferiscono andare con un uomo che abbia le sembianze di una donna perché così si illudono che sia più normale. Si auto convincono che in fondo se vanno con uno che sembra una donna gli piacciono ancora le donne, mentre in realtà sono omosessuali». Così, se si vuole guadagnare, e bene, conviene rinunciare all’essere donna al cento per cento, almeno fisicamente. I contatti si prendono in vario modo. Ci sono gli annunci sui giornali locali, del tipo “ragazza sola cerca compagnia”, i social network sulla falsa riga di facebook ma un po’ più mirati. Tra i più gettonati, il famoso Badù. Basta pubblicare un recapito telefonico e «stai sicuro che chiamano». Alessandra sul mobile vicino il divano ha più di un cellulare. «Dalle 14 alle 17 però li tengo spenti – tiene a precisare – e scusa (si sposta i capelli con una mano) – devo pure riposare!». Anche perché la notte è piccola. Il turno notturno ha inizio intorno alle 22.30 fino alle due e mezzo del mattino. Qualcuno torna a casa all’alba. Sono soprattutto quelle che si “portano il lavoro a casa”, nel senso che non praticano molto la strada. Pare che da qualche tempo ci siano delle straniere che così le hanno un po’ rovinato la piazza.
«Queste – dice – si prendono pochissimo, anche 50 euro due prestazioni. Per prendere più clienti e più soldi, inoltre, invitano i clienti a non usare precauzioni». Una cosa gravissima per Alessandra, per la quale «la salute – dice – viene prima di tutto». La cosa le è stata riferita da alcuni suoi clienti, ormai diventati amici, che pare abbiano preso anche delle infezioni. «Può capitare – dice – che ci siano uomini poco puliti. Meno male – sorride – che da me vengono solo quelli belli, profumati e depilati». Il tempo passa in fretta ed è già ora di andare. I segreti sono stati svelati, ma i misteri restano.

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