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Operazione dei Carabinieri di Reggio Calabria per la cattura di sei persone, destinatarie di altrettante misure di custodia cautelare in carcere, responsabili in concorso dei reati di usura ed estorsione. L’operazione, nella cui fase esecutiva ha visto impegnati circa 100 carabinieri giunge all’esito di un’indagine (denominata «Tentacolo») avviata nello scorso mese di settembre, diretta dalla Procura della Repubblica di Palmi, che ha permesso di accertare l’esistenza di un circuito usurario organizzato ed operante nella zona della piana di Gioia Tauro. Gli usurai, sfruttando lo stato di difficoltà di alcuni imprenditori, prestavano denaro, praticando tassi usurari del 120% annuo. Le indagini hanno consentito anche di verificare come alcuni soggetti oggi sottoposti a misura cautelare siano contigui alla cosca di ‘ndrangheta dei «Molè», da tempo operante nella piana di Gioia Tauro.
«Sono venuti a raccontarci una storia tristissima, i cui particolari non possono essere resi noti». Questo il commento del procuratore della Repubblica, Giuseppe Creazzo, relativamente all’operazione ‘Tentacolo’. Una storia di usura, che vede tra i protagonisti sei persone molte note negli ambienti criminali della Piana Gioia Tauro. «La vicenda – ha detto Creazzo – è legata a due imprenditori agricoli di Cittanova che da almeno cinque anni erano costretti a pagare un tasso di interesse del 120% all’anno, a fronte di un prestito iniziale di poche migliaia di euro. Una situazione che aveva portato i due fratelli a dovere versare al gruppo criminale una cifra di oltre 12 mila euro mensili, pena gravi ritorsioni. Una situazione che non poteva reggere, tant’è che i carabinieri avevano avviato autonome indagini, rilevando riscontri evidentissimi che hanno indotto i due imprenditori agricoli a confessare la triste vicenda. Come nella casistica più attuale, i due fratelli usurati, avevano chiesto ‘consiglio’ ad un loro amico su come uscire dalla crisi finanziaria, il quale, evidentemente , li ha instradati verso il prestito a usura. Le indagini – ha concluso Creazzo – sono ancora in corso per individuare ulteriori responsabilità».
Con l’accusa di violenza privata aggravata e continuata, usura, sono finiti in carcere su ordine del gip Capone di Palmi: Pasquale Caria, 68 anni, di Gioia Tauro; Carmelo Stanganelli, 62; Domenico Stanganelli, 45, ed il nipote omonimo di 35; Antonio Zangari, 62, e Giovanni Spanò, 65, tutti originari di Gioia Tauro e Rosarno.

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